L’altra faccia dell’export alimentare: Italia come il Belgio

di Barbara Trigari

La metà delle imprese italiane esporta, ma ben il 15% di queste incontra, poi, difficoltà sui mercati esteri e non riesce a consolidarvi la propria presenza. Forse per questo l'export agroalimentare totale per l'Italia vale 34,4 miliardi di euro, una cifra considerevole che, però, viene molto relativizzata se confrontata con il giro d'affari dell'agroalimentare del Belgio, pari anch'esso a 34 miliardi di euro. Ben lontano dall'export agroalimentare tedesco a 68 miliardi di euro. Se ne è discusso al convegno “Scenari economici e prospettive competitive per l'industria alimentare” organizzato da AIIPA, sui dati presentati da Enrico Valdani di Valdani Vicari & Associati.

  • Due le valutazioni che emergono: l'enorme potenzialità del nostro Paese rispetto all'export agroalimentare, e la necessità di strutturarsi e crescere dimensionalmente da parte delle aziende per affrontare questa sfida necessaria. Nonostante i segnali positivi nella fiducia, infatti, la domanda interna è comunque debole e non è favorita dalla situazione demografica e dall'atteggiamento di “spending review” attuato ormai sistematicamente dai consumatori. L'impegno AIIPA consiste nel portare in un decennio a 50 miliardi di euro il valore dell'export, anche avvalendosi del sostegno del Governo.
  • Il vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda è intervenuto telefonicamente annunciando cifre e provvedimenti del Piano Straordinario per la promozione del made in Italy: 55 milioni di euro per portare le aziende italiane nella gdo all'estero, partendo dagli Usa, farle crescere dimensionalmente e combattere l'Italian sounding attraverso una campagna di comunicazione.

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