Latteria Sociale Valtellina punta sui formaggi storici di qualità

di Laura Seguso

Il sistema cooperativistico ha finora tenuto al riparo gli allevatori locali di Latteria Sociale Valtellina dalla diminuzione del prezzo del latte alla stalla, stimata nel 25% in meno di un anno, ma ciò che avviene a livello nazionale crea forti preoccupazioni. “La trattativa in corso sul prezzo del latte non è un segnale positivo per il settore zootecnico  sottolinea il presidente Armando Acquistapace- anche se solo una minima parte degli allevatori della provincia di Sondrio risulta coinvolto. Perlopiù le aziende agricole conferiscono a cooperative come la nostra, che assicurano il giusto prezzo e pagamenti regolari, due elementi fondamentali che garantiscono la sopravvivenza e anche la redditività dell’attività. In montagna o in pianura, l’allevamento richiede sacrifici che al prezzo proposto dall’industria non vengono in alcun modo ripagati: la svalutazione di una materia prima di qualità qual è il latte italiano ci lascia perplessi e aumenta i nostri timori per il futuro”.

Il mantenimento del fatturato sui livelli del 2014 è un risultato importante considerata la congiuntura negativa. "Non è così scontato: la concorrenza è agguerrita e il mercato è sempre più difficile -spiega il direttore Marco Deghi-. Ciò che ci aiuta è l’essere riusciti a lanciare sul mercato formaggi di qualità con una loro storia e un loro marchio: dall’affermazione di Valtellina Casera e Bitto innanzitutto, ma anche dei nostri formaggi molli quali il Piattone, deriva la migliore remunerazione del latte, che non è altro che il giusto prezzo, che riconosciamo ai nostri conferenti. Diversamente non potremmo, perciò risulta fondamentale la promozione dei nostri formaggi, sia a livello aziendale che di sistema agroalimentare e anche di territorio.”

Sul bilancio della Latteria Sociale Valtellina, che chiuderà il 2015 sui livelli dell’anno passato, nel quale aveva raggiunto la cifra record di 30 milioni di euro, la riduzione del prezzo del latte sfuso e del siero ha già prodotto una consistente perdita secca: nell’ultimo anno, il prezzo è sceso da 22 a 10 euro alla tonnellata, più che dimezzando il ricavo.

 

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