Le 10 linee guida della comunicazione nel 2016

Sarà l’anno della liberazione dei contenuti secondo il report annuale del gruppo Hotwire. Ecco i trend che dovranno fare da vademecum per il mondo del marketing.

Quali tendenze definiranno il settore della comunicazione durante l’anno in corso? A rispondere è il settimo Communication Trend Report dell’agenzia internazionale Hotwire, che si propone come strumento integrato a disposizione del marketing e della sua evoluzione strategica, redatto da 400 professionisti provenienti da 22 Paesi diversi.

“Il 2016 sarà l’anno della liberazione dei contenuti. I marketer esperti decideranno di pubblicare i loro contenuti laddove c’è il loro pubblico di riferimento, abbandonando l’atteggiamento reattivo della condivisione e attesa per la misurazione del risultato”, ha preannunciato Brendon Craigie, Ceo del gruppo Hotwire.

Ecco i 10 punti salienti dell’analisi:

  1. I siti web diventeranno un canale, anziché un punto di arrivo. Pur rimanendo uno strumento utile alla pubblicazione di contenuti, assisteremo all’incremento dell’uso di canali come Medium e LinkedIn Pulse, che hanno investito specificamente in servizi di distribuzione, diventando un mezzo imprescindibile per le campagne marketing.
  2. Shopping alla fonte. Ovvero capovolgimento del tradizionale modello ad imbuto, che porta i consumatori a rivolgersi direttamente alla fonte per i loro acquisti. Se player come Amazon vincono allora per ampiezza dell’offerta, i brand minori dovranno puntare sulla profondità, con campagne mirate e ad alta fidelizzazione capaci di stringere un legame forte con l’utente.
  3. Un nuovo advertising che, con la complicità anche della tecnologia programmatic, sappia reagire al blocco pubblicitario sempre più in voga presso l’audience. I professionisti del marketing dovranno migliorare da un lato la pubblicità nativa, dall’altro sperimentare nuove formule per la brand awareness, come i podcast sponsorizzati e le partnership con blogger, vlogger e instagramer.
  4. Segmentazione oltre l’anagrafica, che parla a gruppi di giovani accomunati da atteggiamenti, passioni, valori e stile di vita, piuttosto che dall’età. I Millennials non saranno dunque più categorizzati come target unico, ma saranno meglio differenziati e identificati, con conseguente elaborazione di contenuti più sofisticati.
  5. La logica dell’istante prevarrà su quella della complessità e il linguaggio prediletto dal marketing dovrà essere più spontaneo e diretto. In una parola: autentico. E capace di abbandonare i criteri della perfezione in favore della naturalezza.
  6. La moltiplicazione dei messaggi, in senso qualitativo, sarà pertanto una conseguenza obbligata in linea con l’iper-localizzazione e la personalizzazione. Quattro o cinque copy non saranno più abbastanza ma bisognerà creare 10, 15 o anche 20 messaggi, ciascuno dei quali sarà rivolto a una specifica sotto categoria del target, a seconda delle relative caratteristiche.
  7. La componente di servizio delle campagne di marketing prevarrà su quella del rumore e della diffusione del messaggio. A vincere saranno i valori dell’utilità e della rilevanza. Un esempio? IBM, ha sviluppato delle pensiline per ripararsi dalla pioggia per la propria campagna di affissioni pubblicitarie outdoor, diventando sensatamente parte attiva della vita del consumatore.
  8. La realtà virtuale come chiave di quella componente esperienziale sempre più richiesta dalle persone, poco ricettive a una comunicazione lineare. L’ hardware sarà più pervasivo, risultato dell’esperienza acquisita nel mondo del gaming e da parte delle community d’intrattenimento, ma la vera rivoluzione sarà quella portata avanti dai creatori di contenuti e dai comunicatori che daranno vita alla piattaforma, esulando dal solo mondo del gaming. Un’occasione da trasformare in innovazione per il marketing.
  9. Prendere posizione per i brand sarà in ultima istanza obbligatorio, come abbiamo già trattato in più occasioni su Mark Up. I consumatori sono sempre più portati a schierarsi, anche con un brand, in base alle specifiche scelte comportamentali e sociali che quest’ultimo riflette. Ai marchi è pertanto richiesto scegliere da che parte stare.
  10. I video online saranno al centro delle strategie comunicative e pertanto realizzati con la collaborazione di più soggetti e competenze diversificate. Una tendenza che non sorprende e che, come già approfondito, trova riscontro anche nei dati relativi al futuro consumo in rete. Le previsioni parlano di un 80% del traffico internet generato dai video nel 2019.

“I brand non hanno mai avuto la possibilità di essere così umani, cosi personali e pieni di significato nel loro modo di comunicare. Il 2016 sembra destinato a essere un anno estremamente innovativo per il nostro settore”, sottolinea Craigie.

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