Le cose cui non credere negli spot delle auto

Gli opinionisti di Mark Up

Ma quanta pubblicità fa l’industria automobilistica? Ve ne sarete accorti: tra gli spot non manca mai quello di una bellissima autovettura, paesaggi sconfinati e scenari evocativi ... Poi il messaggio si conclude con un’offerta economica che però non sempre è trasparente. Cosa accade? Beh, nella maggior parte dei casi il prezzo è presentato in modo aggressivo, spesso i consumatori sono lusingati dalla possibilità di pagare in “comode” rate, ma si dimentica di indicare il Taeg, cioè il costo reale del finanziamento. Un grave deficit informativo, purtroppo diffuso: qualche tempo fa, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva già sanzionato Fiat Fca, Toyota e Nissan perché nell’indicare il costo di alcune autovetture in promo avrebbero omesso di precisare che il prezzo era riservato solo a chi sottoscriveva un contratto di finanziamento. L’Antitrust ha rilevato che i messaggi sono generalmente privi di avvertenze idonee a precisare il prezzo inclusivo del finanziamento e il Taeg applicato. In qualche caso poi la vettura protagonista dello spot non esiste neppure! In altri casi, i consumatori decidono di recarsi nei concessionari, ma scoprono che il modello in promozione non è più disponibile perché la comunicazione si guarda bene dall’accennare al fatto che le scorte fossero molto limitate. Ora, comprendo che le case automobilistiche, per cavalcare l’onda di un mercato finalmente in ripresa, ci inondano di messaggi pubblicitari, ma temo ce ne sia abbastanza per mettere in guardia i consumatori sulle cose cui noncredere quando si va in cerca di un’auto: non sempre gli spot dicono la verità.

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