L’economia circolare al servizio dell’agricoltura italiana

Negli ultimi anni, l’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda (CR) ha portato avanti attività di ricerca nei settori della bioeconomy, in particolare attraverso i progetti del Polo delle Microalghe e Cosmesi Km 0 sul territorio e il Progetto SABANA a livello europeo. Gli obiettivi sono quelli della riduzione dell’inquinamento di acqua e suolo a carico delle attività zootecniche, agricole ed alimentari, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti e la loro trasformazione in prodotti di nuova origine da impiegare in filiere alternative quali mangimistica, bioenergetica, nutraceutica e cosmetica.

Un tema di cui si è parlato al convegno “L’Economia Circolare per il rilancio dell’agricoltura italiana”, appuntamento di respiro internazionale organizzato da Coldiretti Lombardia, in collaborazione con il Gruppo Ricicla dell’Università degli Studi di Milano, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo e di Regione Lombardia.

“È nostro compito – ha commentato Marina Montedoro, direttrice dell’Istituto Spallanzani - sviluppare nuovi modelli e soluzioni per un’agricoltura sostenibile, in primis per l’interesse del mondo delle imprese”.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti autorevoli esperti del settore che hanno portato la loro esperienza relativamente alle più avanzate ricerche sui modelli di economia circolare, analizzando anche le possibili declinazioni in ambito agricolo.

Sviluppi interessanti, nell’ambito della ricerca nei campi dell’acquacoltura e delle microalghe si intravedono per il settore mangimistico, dove l’obiettivo dell’Istituto è quello di sviluppare bio-farine a base di microalghe per la produzione, attraverso processi a ‘rifiuti zero’, di biomasse dall’alto valore nutrizionale.

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