Legge Ue sull’etichettatura: è levata di scudi sull’articolo del sito produttivo

Che fine fa il Made in Italy se non è più obbligatorio indicare il luogo di produzione?
La non obbligatorietà di indicazione del luogo di produzione cancella di fatto una cifra dell’italianità che non è solo orgoglio nazionale ma è esperienza delle preparazioni, alta tecnologia, know-how esclusivo, disciplinari di produzioni certificati e un sistema di controlli alimentari tra i più rigidi in Europa e nel mondo.
Secondo il legislatore europeo, il brand essendo legale rappresentate della produzione non è importante sapere dove produce. Una valutazione semplicistica in quanto uno stabilimento produttivo non è sospeso nell’aria ma è calato in un ecosistema produttivo che influisce e contribuisce. Ma questo è solo una considerazione di base, il dibattito è acceso e non si raffredderà velocemente.

Echi dal social network
Basta fare un giro un Twitter per avere il polso della situazione. Nell’account @etichettiamoci, account Twitter del blog www.ioleggoletichetta.it troviamo le lettere aperte e gli appelli di diverse imprese.
Tra queste quelle di Vito Gulli di Asdomar, Callipo Conserve, F.lli Polli, caffé Vergnano, Pedon Spa, Stelingarda Spa e Amica Chips Spa.

Per quanto riguarda i retailer, Conad è stato il primo soggetto a firmare la petizione dichiarando la volontà di continuare ad indicare lo stabilimento di produzione su tutti i prodotti a marchio.
Anche Selex, per mano del direttore Maniele Tasca ha sottoscritto così come Coop per nome del direttore generale Maura Latini.
Hanno aderito anche Simply Market con la firma del direttore generale Enrico Capofetti, Patrick Espansa per Auchan, Ldd Spa, Todis e Eurospin.

Consultazione pubblica
Il ministro Martina delle politiche agricole alimentari e forestali ha pubblicato dal 7 novembre c.a. una consultazione pubblica online nel sito del Ministero che chiama i cittadini ad esprimersi circa il contenuto delle etichette alimentari. Si tratta di un’iniziativa parte delle misure di #Campolibero della legge Competitività. Si tratta di undici domande a scelta multipla. Seguiremo gli sviluppi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome