L’evoluzione spinta dei piccoli elettrodomestici

La R&S consente un costante e progressivo miglioramento dei prodotti in tutti i comparti del settore: una decisa leva a difesa del prezzo medio. (da Mark Up n. 252)

All’interno dell’elettronica di consumo, il piccolo elettrodomestico sta continuando ad aumentare in termini di importanza. Resta minoritario, ovviamente, legato com’è a un prezzo medio di vendita molto più contenuto rispetto ad altri beni durevoli, eppure grazie a una serie di stagioni positive (con la grande eccezione del 2012), è arrivato oggi a rappresentare secondo dichiarazioni Gfk l’8,3% del business complessivo, con una dimensione consolidata delle principali  categorie  superiore  a  1,2  miliardi  di  euro. Nel lungo periodo si è registrato un aumento del prezzo medio che ha consentito al comparto di crescere a valore mentre si è registrata una contrazione del numero di pezzi venduti. Si compra meno, ma si cercano soluzioni migliori. Il traino è garantito dalle performance di nuovi prodotti come centrifughe e  scope  elettriche  senza  filo.  I  prodotti  più  recenti, mediamente, intercettano un 15% delle vendite. tendenze

Le vendite online a valore per il settore dei piccoli elettrodomestici incidono per un abbondante 12% del giro d’affari e si segnalano per un dinamismo accentuato: +60% solo nell’ultimo anno. Particolarmente web oriented paiono gli acquirenti di Ped destinati  alla  colazione,  dove  il  peso  dell’acquisto  su  internet sale a 15 punti percentuali. Ma la crescita in doppia cifra è trasversale attualmente a tutti i segmenti: cucina,  home  e  personal  care.  In  generale  il  mercato  è  fortemente  influenzato  dalle dinamiche  di  consumo/mode  che  attraversano  la  società  e  nelle  quali  la richiesta prestazionale e di gratificazione risultano essere  elementi  importanti  che  influenzano  la  scelta  del consumatore, con un elevato tasso di innovazione sotto il profilo tecnico e di design e una forte importanza del prezzo come discrimine all’acquisto.

L'intero articolo su Mark Up n. 252

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