Liberalizzazione del mercato farmaceutico: si teme un passo indietro

Le catene di proprietà chiedono un incontro con il Governo, dopo il rischio dello scioglimento delle società con capitale sociale non costituito per il 51% da farmacisti.

C’è forte fermento, in queste ore, nel mondo farmaceutico, che paventa un dietrofront di Palazzo Chigi in tema di liberalizzazione del mercato. Il 4 dicembre, la commissione di bilancio aveva approvato l’emendamento proposto dall’onorevole Giorgio Trizzino, che prevedeva lo scioglimento delle società il cui capitale sociale non fosse costituito almeno per il 51% da farmacisti. Un provvedimento che avrebbe impedito ai gruppi con insegne di proprietà di procedere alla creazione di catene di farmacie. Emendamento che, nella serata del 5 dicembre, è stato eliminato dal presidente della camera Roberto Fico, perché giudicato non pertinente all’interno di una legge di bilancio.

Nonostante la cencellazione del provvedimento, permane perplessità fra gli investitori internazionali del farmaceutico in Italia, che ne temono la reintroduzione, magari già durante il percorso di approvazione della legge di bilancio. Per questo le società interessate (Alliance Healthcare, Dr. Max, LloydsFarmacie, Admenta Italia, Hippocrates Holding) chiedono al Governo, in una lettera del 5 dicembre, un incontro urgente per illustrare i rischi derivanti dall’eventuale applicazione del subemendamento.

La proposta di Trizzino - si legge nella lettera - rappresenterebbe “un grave ostacolo agli importanti investimenti già avviati negli ultimi mesi da numerose imprese, italiane ed internazionali, proprio in virtù delle modifiche introdotte dal Ddl Concorrenza del 2017. La liberalizzazione del mercato italiano delle farmacie era stata introdotta in risposta a una chiara sollecitazione dell’Europa, che da tempo chiede ai Paesi membri riforme in questa direzione. Il problema principale per le imprese che desiderano investire in Italia è proprio quello dell’incertezza delle norme e delle continue modifiche che intervengono nella legislazione...anche in relazione agli sviluppi internazionali, alle ricadute in termini di investimenti mancanti e alla creazione di posti di lavoro”. E ancora “La legge, così come approvata nell’agosto 2017, porta vantaggi significativi anche per le farmacie indipendenti, molte delle quali in gravi difficoltà economiche, che hanno potuto e potranno decidere liberalmente se vendere, rimanere indipendenti o espandersi”.

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