Liberalizzazioni e farmacie: un impasse poco giustificabile

parafarmacia conad

Arriviamo subito al punto: i farmaci di fascia C non potranno essere venduti nelle parafarmacie della Gdo. E per quale motivo? Lo spiega direttamente Beatrice Lorenzin, il ministro della Salute attraverso una nota stampa che recita: “L'aver evitato che i farmaci di fascia C, come gli psicofarmaci, possano essere venduti nei supermercati o nelle parafarmacie è innanzitutto una vittoria dei cittadini, poiché garantisce la loro salute e la sicurezza nella distribuzione dei farmaci più sensibili. Abbiamo indicato tutte le criticità che questo tipo di scelta avrebbe comportato: un aumento sensibile del consumo di farmaci e quindi un conseguente abuso nella somministrazione; un danno per le piccole farmacie, a partire da quelle rurali; condizioni per un aumento progressivo della spesa farmaceutica; quindi la fine della "farmacia dei servizi" così come previsto dal Patto della Salute firmato con le Regioni nel luglio 2014. Abbiamo altresì salvaguardato la valutazione in capo alle regioni dei fabbisogni sanitari, in sede di autorizzazione di nuove strutture, che ci aiuterà nell'applicazione del Patto della Salute e nello svolgimento del ruolo di  controllo dei Lea da parte di Agenas”.

Il rispetto delle persone
Il Ministro dichiara quindi che i farmaci di fascia C venduti solo in farmacia sono una vittoria per i cittadini in quanto diversamente si sarebbe assistito ad un aumento del consumo degli stessi con un abuso di somministrazione.
Una spiegazione che appare irrispettosa delle persone. I farmaci di fascia C prevedono la prescrizione medica attraverso ricetta rossa compilata dal medico di base. Nelle parafarmacie ci sono dei farmacisti professionisti come nelle farmacie. Dichiarare che portare i farmaci di fascia C in Gdo significa aumentarne il consumo si può tradurre solo in due possibili fattispecie: che i medici di base a fronte di questa novità inizino a prescrive farmaci di fascia C a ritmi inusitati; oppure i farmacisti delle parafarmacie si mettano a vendere i suddetti farmaci senza pretendere la ricetta rossa.
Alternative a queste due ipotesi non ce ne sono per giustificare il pericolo previsto dal Ministro Lorenzin. Occorre domandarsi se una tale posizione sia rispettosa della logica che sostiene il più dei cittadini.

Luci e ombre
Un comunicato dell’Andc (Associazione Nazionale Cooperative Dettaglianti Conad) è molto chiaro sulle conseguenze del Ddl: i cittadini spenderanno di più in quanto il markup sui farmaci non potrà diminuire.

Si tratta ovviamente di un parere della controparte legittimo ma, appunto, di parte. Superando la questione fascia C vi sono delle notività che meritano risalto.

  • La titolarità delle farmacie non è più riservata a persone fisiche o società di persone o cooperative. Con le liberalizzazioni entreranno in gioco anche società di capitale con soci non necessariamente farmacisti.
  • È eliminato il limite di quattro farmacie per società in modo da favorire la nascita di catene.

Qual è l’obiettivo? Si vuole favorire un impianto di copertura territoriale che favorisca le catene in modo da attuare economie di scala che ricadano sul consumatore finale. Ma molto alla fine del persorso, appunto.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome