Liberalizzazioni strada per crescere: una ricerca dell’Istituto Bruno Leoni

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Nel corso di un convegno organizzato da Conad sul tema delle liberalizzazioni, l'Istituto Bruno Leoni ha presentato una ricerca per evidenziare l’importanza di una piena liberalizzazione di alcuni mercati, a partire da quello dei farmaci di fascia C attraverso un nuovo intervento legislativo, che modifichi la vecchia legge Bersani. Nel mirino delle liberalizzazioni anche le benzine.

di Anna Tuteur e Pasquale Quaranta

Si è tenuto ieri a Roma il convegno organizzato da Conad sulla liberalizzazione dei farmaci di classe C e non solo in cui si è discusso delle resistenze in atto per evitare che questo avvenga e della petizione #liberalizziamoci , organizzata da Conad, che ha l’obiettivo di sollecitare il governo a prevedere, nel Ddl concorrenza in discussione, la libera vendita di questi farmaci anche nelle parafarmacie.

"Le liberalizzazioni sono fondamentali per aiutare la ripresa economica del Paese e dei consumi interni promuovendo lo sviluppo di nuova imprenditoria -ha sottolineato Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad-.

Francesco Pugliese, ad Conad
Francesco Pugliese, ad Conad

Sono una misura che consentirebbe un incremento delle dinamiche concorrenziali nella fase distributiva dei prodotti, con indubbi benefici per i consumatori. Inoltre non “pesano” sul bilancio dello Stato, abbattono i costi attraverso lo sviluppo della concorrenza e producono una riduzione dei costi dei servizi e dei prodotti stessi. Impedire l’ammodernamento del Paese equivale a voler mantenere anacronistiche rendite di posizione perdendo di vista altri, ben più gravi pericoli che si profilano all’orizzonte. In quest'ottica, un primo blocco di centomila firme sarà consegnato in tempi brevi alla presidenza del Consiglio, prima dell’avvio della discussione in Senato -puntualizza Pugliese-. Porteremo comunque avanti il nostro impegno anche in altre, opportune sedi". L’obiettivo è sollecitare il governo a prevedere nel Ddl concorrenza la libera vendita di questi farmaci anche nelle parafarmacie. Una petizione, questa di Conad, sostenuta dalla consapevolezza che il danno maggiore della mancata liberalizzazione sarebbe per i consumatori e per la figura professionale del farmacista che opera nelle parafarmacie che continuerebbe ad essere oggetto di una differenziazione immotivata con quella del farmacista della farmacia tradizionale.

La ricerca dell'istituto Leoni. Il senso della petizione è stato supportato dalla ricerca realizzata dall’Istituto Bruno Leoni cfef61183c9f6f975ce45fea5df55157_400x400ed illustrato dal suo vicepresidente, Serena Sileoni la quale ha evidenziato l’importanza di una piena liberalizzazione attraverso un intervento legislativo, che modifichi la vecchia legge Bersani. Questa, infatti, che nel 2006 liberalizzava la vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione (Sop e Otc) è ritenuta ormai troppo parziale per rispondere alla vere esigenze del mercato. In questo senso, la ricerca ha evidenziato che attualmente il mercato farmaceutico  è per l’86% monopolio o esclusiva delle farmacie e solo il 14 % aperto alla concorrenza delle parafarmacie sia classiche sia della gdo. Un’apertura dei farmaci di classe C non aumenterebbe i volumi di spesa e ridurrebbe, contestualmente, i prezzi dei farmaci. La liberalizzazione di Otc e Sop ha avuto un impatto positivo sul fronte occupazionale con l’apertura di oltre 3mila parafarmacie e 7-8mila nuovi posti di lavoro. Di essa hanno beneficiato anche i consumatori con riduzioni dei prezzi tra il 20 e il 25%.

Il parere di FederParafarmacie. Tale opinione è confermata  dal  presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, davide3Davide Giuseppe Gullotta, il quale è convinto che bisogna dare vita ad un sistema integrato di dispensazione del farmaco basato sulla compartecipazione alla salvaguardia della salute dei cittadini. Una liberalizzazione dei farmaci di classe C inoltre, garantirebbe pari dignità professionale anche ai farmacisti che operano nelle parafarmacie. Inoltre, sempre secondo il Presidente Gullotta, una disposizione del genere accoglierebbe le indicazione dell’Antitrust che si è più volte espressa in tal senso poiché ritiene che si  aumenterebbero le dinamiche concorrenziali nella fase distributiva del farmaco.

Carburanti, fanalino di coda. Che l’Italia sia un Paese ancora poco modernizzato è confermato dall’Istituto Bruno Leoni stesso, che gli ha attribuito un punteggio pari a 67 su 100. Davanti ci sono 12 Paesi, a partire dal Regno Unito (95) che serve ormai da benchmark europeo per quanto riguarda la liberalizzazione di molti settori; poi, Paesi Bassi (79), Spagna e Svezia (77), Austria, Germania, Irlanda e Polonia.
L’Italia è passata da un indice di liberalizzazione di 51 nel 2009 a 67 del 2015. Se sei anni fa tra i settori più liberalizzati spiccavano il settore energetico (77), il trasporto aereo (68) e la televisione (67), oggi a interpretare il ruolo sono le telecomunicazioni (96), il mercato elettrico (79) e la televisione (79).
Fanalino di coda i carburanti per autotrazione (40) su cui pesano tre fattori: il prelievo fiscale, il prezzo della materia prima al netto delle imposte, la scarsissima modernizzazione della rete distributiva.

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