Lidl Italia ha fame di sviluppo

Con una rete di 570 punti di vendita diffusi sull’intero territorio nazionale, Lidl Italia mira a raddoppiare la propria presenza nei prossimi anni, puntando su location urbane, stand alone, di proprietà e con parcheggio (da Mark Up n. 256)

“Vogliamo crescere: il mercato discount cresce a valore ed a volume,  la quota di mercato in alcune regioni si avvicina al 30%, vale a dire il doppio della media nazionale. Chiari segnali che i clienti ci “attendono” e che la nostra formula rappresenta un punto di riferimento per le famiglie italiane. La naturale conseguenza è un forte impegno da parte nostra ad investire sul territorio continuando a migliorare qualitativamente i punti di vendita esistenti, talvolta sostituendoli, ma soprattutto espandendo la nostra rete.
Anzi, l’obiettivo è il raddoppio dei punti di vendita attuali”. Parla chiaro Emilio Arduino, amministratore delegato espansione immobiliare di Lidl Italia, che, a breve, festeggerà i 25 anni di presenza in Italia: in particolare, negli ultimi 5 anni si è assistito a un profondo rinnovamento dell’immagine aziendale con una netta virata verso il mondo dei supermercati, cambiando, almeno in parte, pelle.

Come ha dovuto cambiare lo sviluppo immobiliare in funzione di questo nuovo posizionamento dell’insegna?
Le parole chiave del nuovo approccio sono due: flessibilità e comunità. Siamo flessibili nelle scelte delle location, nello sviluppo dei progetti e nella loro realizzazione. Ci adattiamo al contesto in cui ci troviamo ad operare, con realizzazioni che si adattano ad ambiti sia non urbanizzati sia intensamente abitati. In ogni nostra attività cerchiamo, oggi molto più che in passato, una collaborazione attiva con l’amministrazione locale.m Vogliamo “fare rete”, essere partner dei Comuni in cui operiamo, con ricadute positive alla comunità locale. Non si tratta solo di sviluppo immobiliare o delle classiche opere di urbanizzazione che realizziamo per conto dei Comuni, come rotonde, marciapiedi o giardini pubblici: abbiamo intenzione di andare oltre.

Vale a dire? Quali altre forme di partnership pensate di offrire ai Comuni?
Ci candidiamo come traino per l’economia locale dal punto di vista dell’export dei prodotti. Abbiamo realizzato la linea Italiamo che racchiude il meglio della gastronomia del nostro Paese: dietro queste eccellenze -come la mozzarella di bufala campana Dop o la pasta di Gragnano Igp- ci sono piccole e medie imprese italiane che non solo producono per i nostri 570 punti di vendita nazionali, ma hanno l’opportunità di vedere i propri prodotti messi a scaffale degli oltre 10.000 store Lidl in Europa. Stiamo parlando di un volume di oltre 350 milioni di euro in continua crescita di prodotti italiani esportati. Un approccio che va ben oltre l’apertura di uno store, ma che punta alla creazione di un sistema virtuoso di relazioni.

Tornando ai temi di real estate, quali i criteri seguite nella scelta di una location per uno store Lidl?
Seguiamo regole semplici: la prima riguarda la possibilità di avvicinarsi al cliente, per noi sempre al primo posto; più in generale, cerchiamo spazi nei quali poter esprimere al massimo il nostro spirito commerciale con un’esposizione lineare del nostro assortimento. Ciò si traduce in concreto in due tipologie: un flagship store di 1.400-1.700 mq di vendita e oltre 120 posti auto e un concept per i contesti pedonali del centro città che si esprime al meglio anche con superfici minori ed in assenza di parcheggi.

Guardando all’attuale rete di vendita di Lidl Italia, sembra che i centri commerciali non siano una location di vostro interesse. Sarà così anche in futuro?
Non mi esprimerei in tali termini. Non è mancato l’interessamento da parte nostra, così come l’apertura, verso queste realtà; certo è che esistono difficoltà di inserimento per una media struttura di vendita come noi in un centro commerciale. Non è mai facile negoziare, con il rischio di essere relegati in centri commerciali di secondo piano in termini di importanza ed affluenza, riducendo notevolmente la voglia di sperimentare. Oltre a ciò, penso che ai nostri clienti piaccia la semplicità, che si traduce in immediatezza del punto di vendita, in una struttura di ampio respiro con massima facilità di accesso ... insomma, in altre parole Lidl!

Attualmente la maggior parte degli store Lidl sono costruiti ex novo. Meglio costruire da zero che ristrutturare, quindi ... Vantaggi e svantaggi di entrambe le soluzioni.
Siamo commercianti ed è sempre il cliente che ci guida nelle scelte. Non si può negare
che un edificio ex-novo ha dalla sua la possibilità di poter implementare tutte quelle pratiche di efficientamento -legate in primis a sostenibilità e operatività-, che difficilmente un immobile esistente può garantire. C’è però anche da dire che le tecnologie attuali, insieme alle nuove normative sul recupero del tessuto urbano ed alla liberalizzazione del commercio, se supportate da amministrazioni comunali reattive e realmente interessate alla riqualificazione dei contesti urbani abbandonati all’interno dei propri bacini di competenza, consentono soluzioni all’avanguardia, con risultati eccellenti per i privati, il pubblico e anche per la comunità.

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