L’Italia dell’eccellenza in 10 autoscatti, da cui ripartire

Un modello produttivo tra i più efficienti in campo ambientale, un surplus manifatturiero distintivo. Tanti i meriti, oltre la cultura, delineati da Fondazione Symbola.

Non di sola cultura vive l’Italia e non di solo appello retorico ai fasti passati. Accanto alle bellezze antiche esiste un Paese che lavora, che innova e crea con quel genio radicato in una storia lontana, ma ancora oggi capace di germogliare, crescere e fare la differenza.

A ricordarcelo è il report di Fondazione Symbola, che svela in 10 Selfie, spesso sorprendenti, il valore distintivo del nostro Paese. Si tratta di dati concreti, che ci pongono ben al di sopra anche di Germania, Francia e Stati Uniti, ma che forse per un endogeno pessimismo, una generica inerzia o un’inettitudine all’autocelebrazione, in gran parte non conosciamo e non sfruttiamo come leva per risollevarci.

Ecco allora un autoritratto da valorizzare, diffondere e tenere bene a mente per dare linfa al futuro. Sì, si tratta proprio dell’ Italia, di un Paese che, a ben guardalo, ha nella sua prima forza vitale un tessuto sociale altamente umano. L’Italia è:

italia_verde_ambiente_foresta#1 Leader per efficienza dei consumi e riduzione delle emissioni. l nostro modello produttivo è tra i più innovativi ed efficienti in campo ambientale, tanto da essere leader europeo per efficienza dei consumi e riduzione delle emissioni clima-alteranti. Per intenderci, a parità di prodotto le nostre imprese usano meno energia e producono meno emissioni, facendo meglio anche di un grande territorio manifatturo come la Germania.

Qualche numero? Con 15 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto, tra i big player europei solo il Regno Unito (12 tonnellate) fa meglio dell’ Italia, che si colloca davanti a Francia (16), Spagna e Germania (18). Con 113 tonnellate di anidride carbonica per milione di euro, inoltre, si piazza seconda dietro solo alla Francia (91 t), facendo meglio del Regno Unito (135), della Spagna (138) e della Germania (158).

#2 Capofila della green economy. Esiste uno spread dove è il nostro Paese a fare da metro di paragone per l’Europa. Parliamo dello spread green.

Qualche numero? Nel 2015 il 59% delle assunzioni è stato legato alla green economy, su cui 372mila aziende hanno scommesso durante la crisi, per oltre 102.497 milioni di euro di valore aggiunto, ovvero il 10,3% dell’economia nazionale. Un vantaggio anche in termini di export: il 43,4% delle imprese manifatturiere eco-investitrici esporta stabilmente, contro il 25,5% delle altre.

#3 Campione nella riduzione dei rifiuti e nell’economia circolare. Sulla scia dei due selfie precedenti, siamo anche i numeri uno in Europa nella riduzione degli scarti nel sistema produttivo, leader nell’industria del riciclo e portabandiera dell’economia circolare.

Qualche numero? Con 40,1 tonnellate di rifiuti ogni milione di euro prodotto l’Italia è ben più efficiente di Regno Unito (49,8), Spagna (50,1), Germania (63,7), Francia (83,5). Recuperiamo 25 milioni di tonnellate di materia ogni anno sui 163 totali europei, la Germania, che ha un’economia più grande, ne recupera 23. Questo ci consente un risparmio di energia primaria di oltre 15 milioni di tep, nonché di evitare 55 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

manifatturiero#4 Un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari. Solo altri 4 Paesi possono vantare una cifra simile. Nel 2014, con un surplus commerciale manifatturiero con l’estero pari a 134 miliardi di dollari (erano 113 nel 2012), si conferma il ruolo di punta del nostro Paese nell’industria mondiale. Non si può dire lo stesso di paesi come Francia (-35 mld), Regno Unito (-129 mld) e Usa (-589 mld).

#5 Competitiva come poche. Su un totale di 5.117 prodotti, il massimo livello di disaggregazione statistica del commercio mondiale, nel 2013 l’Italia si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 928 prodotti: circa uno su cinque.

solar panel

#6 Guida globale per l’energia rinnovabile. L’Italia è primo Paese al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico nazionale (7,9% secondo i dati relativi al 2013), meglio di Grecia (7,6%) e Germania (7%), ma anche di Giappone (sotto il 3%) Usa e Cina (meno dell’1%). Nel 2012 l’Italia era prima (con il 39%) tra i grandi Paesi Ue, a pari merito con la Spagna e davanti a Germania (24%), Francia (17%), Gran Bretagna (15%), anche per quota di energia rinnovabile nella produzione elettrica. Nel 2014 la quota di rinnovabili ha superato il 43%.

#7 Al top per l’industria Legno Arredo. Con 10 miliardi di dollari di surplus, l’industria italiana del Legno Arredo è seconda nella graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale, preceduta solamente dalla Cina (80 miliardi) ma davanti ai competitor polacchi (9 miliardi), messicani (6 miliardi), vietnamiti (5 miliardi) e tedeschi (-2,1 miliardi).

ortofrutta#8 Al vertice dell’agroalimentare, soprattutto sostenibile. Tra i prodotti dell’agroalimentare italiano, ben 27 non hanno rivali sui mercati internazionali. Dalla pasta ai pomodori e altri ortaggi, passando per aceto, olio fagioli e ciliegie: tutti campioni assoluti nelle quote di mercato mondiale. Ce ne sono poi altri 62 per i quali siamo secondi o terzi, salendo sul podio del commercio mondiale per un totale di 89 prodotti. Siamo anche primi in Europa nel biologico per numero di imprese e tra i primi al mondo per superficie.

Qualche numero? Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno).

#9 Primi nella nautica, con un quinto dell’export globale. Oltre un quinto della domanda internazionale di prodotti della nautica da diporto è assorbito dal made in Italy. Una leadership assoluta, legata anche alle performance ambientali.

Qualche numero? Gli oltre 2,4 miliardi di dollari di export ci consegnano una quota di mercato del 32,2%, superiore a quella dei due principali concorrenti Usa e Germania (in totale 26,2%).

roma_cultura_bellezza_patrimonio #10 Padroni della bellezza. Alla filiera della cultura, che finalmente compare come tassello d’eccellenza in un quadro molto più vasto, l’Italia deve 84 miliardi di euro, pari al 5,8% della ricchezza prodotta. Questi 84 miliardi ne mettono in moto altri 143 nel resto dell’economia: 1,7 euro per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva così a 227 miliardi prodotti dall’intero sistema culturale, col turismo che è il principale beneficiario di questo effetto volano.

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