Mall e centri città, più e meno a confronto

Un viaggio tra le catene in franchising: che cosa chiedono ai centri commerciali e che cosa cercano nei centri storici. Interviste a Fabrizio Brogi di Nau, Angel Sandoval di 100 Montaditos, Marco Dellapiana di Tally Weijl Italia, Leonardo Gazza di Mondadori Retail e Corrado Cagnola di KFC - Kentucky Fried Chicken. (da Mark Up n. 252)

Nelle strategie di sviluppo dei retailer, soprattutto internazionali, le location nelle high street e nei centri storici delle grandi città sono sempre state un target prioritario nel piano d’aperture: il centro città garantisce, in genere, prestigio, attrazione, flussi di visitatori elevati e continui per frequenza, e soprattutto diversificati per provenienza e mix socio-culturale.
Negli ultimi anni le cose sono, però, cambiate, anche se non si tratta di una rivoluzione o di un’inversione di tendenza: i centri commerciali, soprattutto quelli più grandi e con maggior potenziale attrattivo, sono diventati una piazza importante persino per il debutto di grandi insegne internazionali. Due esempi su tutti: Primark che ha aperto il suo primo flagship store italiano ad Arese, e Galeries Lafayette che inaugurerà a Westfield Milano.
Il centro commerciale “prime” e di nuova concezione è una location da presidiare parallelamente al centro città. Un esempio è la catena spagnola 100 Montaditos: dopo aver aperto alcuni ristoranti nei centri urbani di alcune città italiane, ha inaugurato il primo locale in un centro commerciale scegliendo la galleria del Globo di Busnago (Mb), uno dei più importanti mall della Lombardia e tra i primi dieci a livello nazionale per dimensione e visitatori. L’apertura all’interno di un grande centro commerciale ha fatto da cassa di risonanza nazionale molto più di quanto può fare una location in una piccola città.

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