La produzione europea di pere scenderà del 9% nel 2016, secondo i dati previsionali presentati a Prognosfruit di Amburgo, per l'Italia con la colaborazione di Cso Italy. Nell'Europa dei 28 la produzione complessivamente ammonterà a 2.170.000 tonnellate, una delle più contenute dell'ultimo decennio. Sono infatti in flessione le produzioni di quasi tutti i Paesi che coltivano questo frutto: Belgio -10%, Francia -14%, Italia -11%, Spagna -12%, il raccolto più contenuto degli ultimi 10 anni, mentre sono in lieve calo o al pari del 2015 le produzioni di Portogallo e Olanda. In Portogallo, Belgio e Olanda la superficie di terreno dedicata a questa coltura cresciuta, mentre diminuita negli altri Paesi. Netto segno meno per le produzioni di pere in Germania, -16%, e Polonia, -19%, ancora più in calo Croazia, Slovenia, Bosnia e Repubblica Ceca.
Sono invece in lieve crescita le produzioni in Ucraina, +2%, e Moldavia, +1%, in forte crescita le pere in Romania, +16%, e Regbno Unito, +12%, e cresce infine anche la produzione turca, +5%.
La varietà Conference vale il 40% dell'offerta europea, ma se ne producono il 5% meno rispetto al 2015; in calo anche le varietà Abate Fetel e William, di oltre 10 punti, stabile la Rocha.
"Una tendenza determinata senz'altro dalle condizioni climatiche poco favorevoli all'allegagione dei frutti - dichiara Elisa Macchi di Cso Italy - . Va rilevato inoltre che negli ultimi 5 anni abbiamo registrato una ripresa dei consumi di pere sia fresche che trasformate".
Il presidente dell'Oi Pera Gianni Amidei ha dichiarato: "Il calo di offerta generalizzato tra tutti i Paesi produttori d'Europa consentirà una maggiore vivacità degli scambi e l'elevato livello qualitativo del prodotto italiano in questa annata, con calibri e grado di zuccheri ottimali, dovrebbero garantire uno svolgimento positivo della campagna. I segnali favorevoli si rilevano già dall'andamento degli scambi, molto soddisfacenti, delle varietà di pere estive".
