Mercato farmaci generici: exploit dei biosimilari

In classe A il 90% del giro d’affari dei generici ‘puri’. Ai biosimilari il 17% dei consumi, con una crescita globale del 54% sul 2017.

Prosegue, nel canale farmacia, la performance positiva del segmento dei farmaci unbranded - equivalenti e biosimilari – nei 12 mesi del 2018, con i biosimilari che registrano la performance più brillanti, anche grazie all’arrivo sul mercato di molecole di più recente scadenza brevettuale. Queste, alcune delle prime evidenze del report annuale Assogenerici (su dati Iqvia) che analizza il bilancio a consuntivo del comparto degli unbranded.

Continua la crescita lenta ma costante degli equivalenti: nel 2018 i generici hanno assorbito il 22% del mercato a confezioni (+0,5%) e il 14% del mercato a valori (+1,5%). Un giro d’affari quasi esclusivamente a carico del servizio sanitario nazionale, dato che l’89% delle confezioni vendute, classificate in classe A, è totalmente rimborsabile.

Si evidenziano buone performance dei prodotti equivalenti in tutte le classi, con l’ultimo trimestre dell’anno che chiude con una crescita dello 0,6% a unità e del 7% a valori, a fronte di un perdurante arretramento sia del mercato farmaceutico complessivo (-1% a unità e -1,6% a valori) sia del mercato dei branded a brevetto scaduto (-1,6% a unità e -3% a valori).

La segmentazione del mercato complessivo a volumi registra così una incidenza del 52% dei farmaci brand a brevetto scaduto e la spartizione della restante quota per il 22% ai farmaci coperti da brevetto e per il 26% agli equivalenti.
I brand a brevetto scaduto dominano ancora, pur se con una lieve flessione, anche la segmentazione del mercato a valori assorbendo il 48%, seguiti dai farmaci coperti da brevetto (38%) e a notevole distanza gli equivalenti (14%).
La segmentazione del mercato dei soli prodotti off patent vede una netta predominanza dei brand a brevetto scaduto, che assorbono il 70% a confezioni e il 78% a valori, contro il 30% a confezioni e il 22% a valori degli equivalenti.

Nel 2018 le molecole biosimilari in commercio sul mercato italiano sono salite da otto a dodici e hanno assorbito il 17% dei consumi nazionali, contro l’83% detenuto dai corrispondenti originator, registrando una crescita complessiva dei consumi del 54% rispetto al 2017.
Quanto alla ripartizione dei consumi per aree geografiche, resta inalterata la tradizionale polarizzazione della domanda: il ricorso alle cure equivalenti continua a salire al nord (28% a valori), più lentamente al centro (21%) e al sud (17%), a fronte di una media Italia attestata al 23% a valore.

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