Neuromarketing, la nuova frontiera della comunicazione

Tecnologie moderne che aprono all’analisi effettiva della customer decision journey, fornendo ai brand una chiave di volta per dialogare con il non-conscio del consumatore.

Quanto attrae il nostro packaging? La posizione espositiva sullo scaffale è performante? I nostri materiali di comunicazione comunicano davvero?

Test neuromarketing BoschD’accordo, chiediamo pure ai consumatori cosa pensano. Il loro feedback è importante e la comunicazione orizzontale è la nuova direzione del dialogo tra utenti e aziende. Non dimentichiamo, tuttavia, che le persone prendono il 75%-90% delle decisioni su base emozionale non conscia. Questo significa che non sono mai davvero in grado di ricostruire il loro percorso d’acquisto sintetizzando input, spinte e fattori che ne hanno determinato l’esito.

Il nostro cervello è capace di arrivare a una scelta sulla base di precedenti esperienze ancor prima che ce ne rendiamo conto. È qui che entra in gioco il cosiddetto neuromarketing, equipaggiato con tutte quelle nuove tecnologie sempre meno invasive che riescono a misurare la risposta fisiologica non conscia.

L’eye-tracking, ad esempio, permette di seguire il percorso visivo e la concentrazione dello sguardo, la misurazione del battito cardiaco e della conduttanza cutanea, rivelatrici di coinvolgimento emotivo. L’Implicit Association Measurement (IAT) consente di indagare la mappa mentale di associazioni valoriali rispetto a un brand e analizzare nel dettaglio il grado di attenzione, il coinvolgimento o il rifiuto di diversi stimoli.

La più grande opportunità offerta dal neuromarketing però non è solo la possibilità di utilizzare nuovi tool di ricerca, ma quella di sviluppare un migliore e più approfondito approccio strategico e creativo all’intero ecosistema della comunicazione. Quale marchio non vorrebbe che il proprio logo fosse riconoscibile quanto lo “swoosh” di Nike, che da solo rimanda immediatamente all’intero patrimonio di brand?

Il rumore della Coca-Cola stappata e versata, il “crock” di un morso al Magnum: sono tutte molle in grado di attivare in automatico le aree cerebrali correlate al gusto. È questa l’efficacia del cosiddetto priming, ovvero della capacità di stimoli visivi, sonori, sensoriali caratteristici della marca di riportarla potentemente alla mente di chi guarda e ascolta.

Cover Certamente 17_2160X1080Di questo e molto altro si parlerà alla seconda edizione di Certamente, il primo convegno di Neuromarketing  organizzato da Ottosunove e BrainSigns in Italia rivolto alla business community. Appuntamento a Milano il 2 e 3 marzo presso la Fondazione Riccardo Catella per scoprire tutto sul tema e imparare ad applicarne gli strumenti con il massimo risultato.

Per i lettori di Mark Up iscritti c’è una convenzione speciale. Basterà andare sul sito EventBrite e al momento dell’acquisto dei biglietti inserire il codice sconto MARKUPFRIENDS.

 

 

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