Olio d’oliva: poca chiarezza per l’obbligo del tappo antirabbocco

Olio d'oliva

Il settore dell’olio d’oliva è particolarmente delicato per l’agroalimentare italiano perché è vulnerabile in modo marcato alla contraffazione e soggetto a un’oscillazione dei volumi produttivi più sensibile rispetto ad altri comparti. Per questi motivi era stata saluta con soddisfazione da parte di Assitol e Federolio l’iniziativa del Governo Renzi di creare un tavolo di lavoro comune tra tutti gli stakeholder principali del comparto oleario italiano (dalle organizzazione dei produttori al Ministero delle Politiche Agricole) al fine di rafforzare produzione ed export. L’entusiasmo è stato però stemperato dai soliti incagli burocratici che emergono quando un’iniziativa buona e giusta deve poi essere trasformata in un’azione concreta attraverso leggi attuative. In questo caso stiamo parlando del tappo antirabbocco o anti riempimento obbligatorio negli esercizi pubblici per le bottiglie di olio extravergine di oliva. Assitol e Federolio, in una nota stampa, sottolineano come la nuova norma non sia chiara su quali dosatori possano essere considerati conformi o meno alla legge, ingenerando così una situazione confusa soprattutto per le aziende confezionatrici. È quindi urgente un pronunciamento del legislatore per sbloccare la questione.

Un’annata problematica
In Italia il settore oleicolo è colpito pesantemente dalla mosca olearia, una calamità che sta distruggendo molti uliveti soprattuto un Puglia, i cui effetti devastanti si sono sommati al maltempo. Tutto questo si traduce in -35% di produzione nazionale nel 2014-2015 (circa 300 mila tonnellate) rispetto all’annata 2012-2013 e una crescita del prezzo al chilo per l’extravergine che in alcune zone d’Italia ha battuto ogni record. Tuttavia si tratta di una situazione a macchia di leopardo e in alcune aree produttive italiane si è riscontrato una buona produzione.
Gli operatori del settore sottolineano che occorre porre un’attenzione particolare a questo settore dell’agroalimentare che da solo vale oltre 1 miliardo di euro nell’export per un giro di affari complessivo che supera abbondantemente i 3 miliardi di euro. L’Italia è allo stato attuale il primo paese esportatore di olio di oliva confezionato.

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