Open Scope, partenza tiepida, numeri al di sotto delle attese

Open Scope, che dallo scorso 15 agosto 2018 ha allargato la famiglia dei Raee (Rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici), ha registrato una partenza non entusiasmante in termini di numeri, nonostante le sanzioni previste

Con l’entrata in vigore del cosiddetto Open Scope, il mondo dei Raee è chiamato ad affrontare sia il coinvolgimento delle imprese produttrici, sia la raccolta dei nuovi Raee che, secondo quanto stabilito dalla normativa, devono essere gestiti in modo differenziato.

"Dal 15 agosto scorso la legge che riguarda i rifiuti elettronici è stata estesa a una serie di altri prodotti -spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, sistema collettivo in prima linea nel garantire una corretta gestione dei rifiuti elettronici-. Chiavette usb, prolunghe, spine, fusibili, solo per fare qualche esempio, sono considerate apparecchiature elettroniche: i produttori sono quindi chiamati a farsi carico dei rifiuti che questi oggetti genereranno, affidandosi a un sistema collettivo, e dovranno seguire uno specifico percorso di gestione, quello indicato per i rifiuti elettronici" .

Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight

"Il principio generale da cui discende la norma è conosciuto -aggiunge Dezio- e si può riassumere nel principio 'chi inquina paga'. Alle aziende che producono o distribuiscono Aee (apparecchiature elettriche ed elettroniche) viene chiesto di farsi carico dei rifiuti che queste genereranno, affidandosi a un sistema collettivo. Il tutto con l’obiettivo di aumentare i tassi di raccolta in funzione anche degli obiettivi europei".

Lato aziende, la partenza di Open Scope è stata piuttosto tiepida. I numeri delle imprese che hanno risposto all’appello sono inferiori alle attese. Considerando il numero di apparecchiature elettroniche immesse sul mercato, le adesioni valgono meno del 20% del peso delle Aee relative al solo raggruppamento R4 (piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo).

"Anche di fronte alle difficoltà di stimare i volumi interessati -osserva Dezio- e mancando un elenco completo ed esaustivo dei nuovi prodotti ritenuti Aee, la risposta da parte delle aziende è stata al di sotto delle attese. Eppure, non è mancata una campagna di sensibilizzazione e di informazione a più livelli, e per le imprese che non si mettono in regola le sanzioni previste dalla legge sono piuttosto salate: possono facilmente superare i 100.000 euro".

L’altra sfida aperta è quella che riguarda la raccolta. Con l’estensione della normativa, accanto a frigoriferi, televisori, smartphone e pc, il conferimento differenziato vale anche per spine e prolunghe. "Guardiamo già al nuovo obiettivo europeo che prevede, entro il 2019, un tasso minimo di raccolta del 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Al momento siamo poco sopra il 40%: la strada da fare è ancora molta -aggiunge Giancarlo Dezio-. Open Scope è una sfida che riguarda tutti, con l'obiettivo di rendere ancora più concreti i principi dell’economia circolare e dare valore a rifiuti, quali sono i Raee, ricchi di materiali riciclabili".

È possibile conferire i Raee nelle isole ecologiche del proprio Comune e nei negozi in virtù dei principi uno contro uno (in corrispondenza dell’acquisto di un’apparecchiatura equivalente a quella che si consegna, anche con consegna a domicilio) e uno contro zero (l’obbligo di ritiro gratuito riguarda i rifiuti di piccole dimensioni e i negozi con almeno 400 mq di superficie di vendita di Aee). I residenti a Milano possono cercare una delle quattro EcoIsole di Ecolight posizionate in corrispondenza dei Municipi 2, 3, 4 e 5 e che raccolgono Raee di piccole dimensioni.

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