Pensare ai giovani e all’Europa

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 278)

L’Europa, secondo i sovranisti, non va bene per due motivi: impone l’austerità fiscale e si occupa di cose che non dovrebbero competerle. Sul secondo punto pongo solo una domanda: crediamo davvero che esista un manipolo di oscuri burocrati meteoropatici che decidono a caso e a sorpresa di occuparsi del calibro o del colore degli ortaggi? Io no.
Penso che vi siano dei soggetti molto nazionali che li imbeccano per fare in modo che i propri datori di lavoro evitino di competere con imprese che producono e vendono ortaggi di altri calibri e colori sui relativi mercati concorrenziali. Sull’austerità e sull’irrefrenabile voglia di deficit, ricordo che, se come sostiene J. Rawls, la società è un’”organizzazione che si riproduce nel tempo, da una generazione alla successiva”, allora bisognerebbe scrivere leggi di bilancio in grado di ottenere il gradimento anche dei nostri giovani e dei prossimi ancora non nati (se avessero contezza delle implicazioni). Pertanto, contenere le pulsioni a fare debito è, per un politico, un imperativo etico, prima ancora che un’utile massima di comportamento per evitare di percorrere strade finanziariamente insostenibili. In generale, criticare le regole europee è un esercizio logicamente ambiguo perché le medesime regole sono state più spesso disapplicate che applicate, contandosi quasi 70 violazioni già prima del 2008. Pertanto, è opportuno distinguere la questione dei contenuti delle norme rispetto al tema della loro applicazione.
Si dovrebbe riformare la governance europea nella direzione di regole meno stringenti, da imporre, però, senza deroghe, così da accrescerne la credibilità riducendo i sospetti sull’applicazione discriminatoria derivante da collusioni politiche.

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