Per la trasformazione digitale puntate sui CIO

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 273)

Provate a pompare ettolitri di carburante in una macchina di piccola cilindrata. Non viaggerà comunque alla velocità di una F1. Qualcosa di simile sta accadendo nel mondo del retail. Alla complessità strutturale del settore, si somma la necessità di gestire l’enorme mole di dati a disposizione, affinché diventino una fonte di vantaggio competitivo. Potenzialmente i dati sono un carburante portentoso, ma rimangono spesso un capitale inutilizzato. E qui scende in campo il Chief Information Officer (Cio). Come sfruttare però al massimo il valore dei dati? Primo, tramite la personalizzazione, cioè l’uso della tecnologia (big data & advanced analytics) per rafforzare la relazione one-to-one con i consumatori tramite offerte commerciali su misura. Secondo, tramite l’offerta omnichannel: i consumatori oggi si aspettano di passare da un canale all’altro, online e offline, in maniera fluida. Per questo sono necessari investimenti significativi, per armonizzare i dati dei consumatori, integrare l’offerta tra i diversi canali e creare una visione end-to-end dello stock. In terzo luogo, mediante adeguati investimenti in software e infrastrutture eCommerce, che con un aumento del 5x previsto entro il 2022 sono un must. Infine, ottimizzando l’efficienza nella supply chain. Come ha fatto Walmart con Labs, migliorando i propri algoritmi predittivi sui volumi da inviare agli store identificando le parole chiave, relative ai prodotti desiderati, sui social. O come M&S, che ha potenziato il controllo dei flussi inserendo rfid in tutta la catena, migliorando la visibilità end-to-end, la capacità predittiva del flusso di materiali e il tracking del magazzino.

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