Per metà dei consumatori i contenuti di brand sui social sono irrilevanti

Non solo. La fiducia nei brand da parte dei consumatori è stata compromessa dalla diffusione esasperata di pubblicità e contenuti digitali. La ricerca di Kantar Tns

Siamo sempre più connessi, vero, ma anche sempre più diffidenti nei confronti di quanto leggiamo e vediamo in rete. Questo vale se parliamo di consumatori europei e statunitensi, mentre per quelli dei Paesi emergenti il discorso è diverso. L'adeguamento cognitivo alle nuove tecnologie, per quanto lento rispetto all'evoluzione delle stesse, è del resto piuttosto naturale.

L'indagine svolta da Kantar Tns su 70.000 individui in 56 Paesi del mondo ha analizzato in modo approfondito il binomio contenuti online-fiducia. Il risultato è che quest'ultima è stata negli ultimi tempi messa duramente alla prova da più fattori: dalle fake news alla proliferazione di pubblicità digitali che sembrano voler inseguire i consumatori più che instaurare una relazione con loro, come sottolinea Federico Capeci, chief digital officer & Ceo, Insights - Kantar.

In particolare: un consumatore su due in Italia si pone il problema di quanto siano affidabili le informazioni sui social network. Non solo. Il 49% dei consumatori italiani considera irrilevanti i contenuti postati dai brand sui social media e solo il 14% ritiene affidabili i contenuti pubblicati in generale su queste piattaforme. Un dato non da poco.

Altro tema di grande importanza: la privacy. Molti consumatori oggi stanno scegliendo la privacy a scapito della comodità, preferendo avere maggiore voce in capitolo nelle decisioni che li riguardano, anche se ciò significa compromettere la velocità o la semplicità del proprio operato online. Il 48% dei consumatori in Italia e il 43% nel mondo, in particolare, si oppone a dispositivi connessi che controllano le loro attività, anche se ciò renderebbe più facile la loro vita.

La fiducia nei grandi brand globali varia notevolmente tra i mercati emergenti e quelli sviluppati: in Cina e Nigeria, più della metà dei consumatori (rispettivamente il 57% e il 54%) ha fiducia nelle grandi marche globali, ma questa diminuisce nei mercati sviluppati come Usa e Italia, dove solo il 21% e il 20%, rispettivamente, si fidano di loro.

"Le implicazioni sono diverse, regionalmente, ma il punto rimane quello di riuscire a cambiare il proprio modello di comunicazione. Uno stimolo ci viene dall’osservazione delle nuove generazioni, Millennials e Centennials, che elaborando i nuovi paradigmi della Dìdigital transformation nella loro vita quotidiana, hanno aperto un nuovo corso nell’ambito del marketing. Emerge ormai chiara la necessità di andare oltre il tradizionale modello A.I.D.A., tv-centrico e massificato, per abbracciare un modello più aperto, relazionale, che ragiona con il mindset delle nuove Generazioni", sottolinea Capeci.

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