Pesche e nettarine: la Germania chiede all’Italia più programmazione

di Patrizia Romagnoli

Annus horribilis, quando fuori piove a catinelle. Pesche e nettarine tante, ma non sempre buone. E soprattutto poca voglia di mangiarle. Risultato: i produttori italiani sono in sofferenza e pure gli europei non se la passano bene. Se ne è parlato al convegno peschicolo nazionale organizzato dal CSO (Centro Servizi ortofrutticoli), in cui sono stati forniti i dati relativi a produzione e commercializzazione di pesche e nettarine da parte di Italia, Spagna, Grecia e Francia e quelli di consumo del principale mercato di sbocco, la Germania. La dimensione del comparto nella Ue è di 3,7 mio/t (nel 2000 era oltre 4 mio/t). L’Italia copre il 40% della produzione (il segmento rappresenta il 25% dell’offerta frutticola), ma la Spagna è in netto recupero (da 500.000 a 900.000 t). La Francia consuma internamente le sue 300.000 t, mentre la Grecia che esportava il 50% della produzione in Russia è ora in difficoltà.

Competitività
Quelli iberici sono i costi di produzione più bassi, e soprattutto la Spagna ha investito in innovazione portando le pesche piatte in tutto il mondo, preconfezionate in vaschette da 500 grammi, ideali per la Gdo. Nel corso della tavola rotonda con i retailer internazionali, il leader distributivo tedesco Edeka  ha lamentato da parte dell’Italia, rispetto agli altri Paesi produttori, minor attenzione alle regole, minore capacità organizzativa, scarsa programmazione. Eppure gli strumenti ci sarebbero: basterebbe usare le informazioni già ampiamente disponibili e aggregare il prodotto per fare programmazione. Cioè, molto semplicemente, usare l’interprofessione(*). Ma dopo diversi decenni, la quota di prodotto italiano che passa attraverso l’interprofessione è ancora limitata al 16%. Peggiora, dunque, la tendenza alla frammentazione: in Italia si producono 470 varietà diverse di pesche e nettarine, irriconoscibili tra loro dal consumatore - e i dati catastali delle imprese comunicati al CSO riguardano meno di un sesto della superficie produttiva.

(*) Regolamento (CE) n.1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007 (c.d. Regolamento unico "OCM"), recante organizzazione comune dei mercati agricoli. Questo disciplina tra le altre, l'OCM per il settore degli ortofrutticoli, che ha nelle organizzazioni di produttori (OP), lo strumento principale per conseguire gli obiettivi della politica agricola comune.

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