Prende vita Human Factory polo di ricerca sul sociale

A un anno dall’avvio di Expo si sono riuniti a Cascina Triulza, l’unica struttura ancora operativa dell’area fieristica, gli stati generali dell’innovazione sociale: associazioni, università, aziende (da Mark Up 250)

L’idea è quella di dar vita a una Human Factory: un ambiente di lavoro e di confronto per creare un rapporto circolare tra ricerca scientifica, istituzioni, aziende e associazioni della società civile. Un rapporto virtuoso che in altri Paesi quali Giappone, Germania, Francia ha generato sviluppo economico di lungo termine. “Si tratta di un’iniziativa collegata allo Human Technopole, il progetto per fare dell’ex area Expo un centro di ricerca di rilevanza mondiale -ha spiegato Sabina Siniscalchi, vicepresidente della Fondazione Triulza che ha presieduto il convegno e l’esposizione dei progetti di molte Università-. Ci stiamo dotando di un advisory board e alcune iniziative partiranno già da giugno. Sarà soprattutto la sede di progetti permanenti, come il centro di ricerca internazionale di agroecologia, il centro di Formazione per l’infanzia di LegaCoop e il polo di osservazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile”.

030_MARKUP06_2016_HumanFactory_intProduzione e vendita del cibo sono parti importanti di questa iniziativa che sembra piacere a tutti. A cominciare dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: “Questa iniziativa collega fra di loro grandi temi che fanno riferimento all’economia circolare, al diritto al cibo e a un modello sostenibile di sviluppo. È necessario rilanciare gli obiettivi raggiunti durante Expo, che sono stati lo spunto di numerosi provvedimenti legislativi susseguitisi dal 2015: dalla lotta contro lo spreco alimentare, alla tutela del suolo agricolo, all’agricoltura sociale, fino alla legge sul terzo settore. L’Italia può eccellere nelle scienze per la vita e Milano può diventare un punto di riferimento europeo di quello che potremmo chiamare il cibo giusto”. Il sapere e l’innovazione sembrano proprio essere nel futuro dell’area Expo. “Anche lo sviluppo immobiliare non potrà non tenere conto della vocazione di questi spazi, anche se al momento manca ancora un piano industriale”, ha confermato Giuseppe Bonomi, amministratore delegato Arexpo. “Nella fase transitoria, che potrà durare alcuni anni, verrà comunque aperta ai cittadini una parte dell’area, che comprende il Cardo, Cascina Triulza, l’Albero della Vita e palazzo Italia, dotandola di un parco attrezzato”.

L’articolo completo su Mark Up 250

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