Primo Piano – Nelle carni prevalgono gli aumenti

Articolo pubblicato su MARK UP 105 giugno 2003 – Raffronto. A un anno di distanza rivisitati i prodotti bovini della GDA milanese

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I rialzi dei prezzi hanno interessato oltre la metà dei prodotti.
Alcuni, però, sono rimasti invariati e molti sono diminuiti

Nel corso del 2002 MARK UP ha pubblicato ogni mese un raffronto dei prezzi
praticati dalla moderna distribuzione per alcune categorie di prodotti freschi,
che, come è noto, costituiscono circa la metà dei consumi alimentari
delle famiglie. Negli stessi periodi del 2003 vengono di nuovo visitate le stesse
insegne e riprese le stesse rilevazioni, al fine di vedere come i prezzi delle
categorie interessate si N el corso del 2002 MARK UP ha pubblicato ogni mese
un raffronto dei prezzi praticati dalla moderna distribuzione per alcune categorie
di prodotti freschi, che, come è noto, costituiscono circa la metà dei
consumi alimentari delle famiglie. Negli stessi periodi del 2003 vengono di
nuovo visitate le stesse insegne e riprese le stesse rilevazioni, al fine di
vedere come i prezzi delle categorie interessate si sono mossi. La prima categoria
è quella delle carni bovine, i cui prezzi sono stati rilevati nella settimana
che va dal 13 al 18 gennaio 2003. I prezzi rilevati sono riportati nella tabella.


Aumento con competizione

Nel complesso i prezzi più alti rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente (2-10 gennaio 2002: cfr. MARK UP aprile 2002 pag. 37) sono 65, quelli
più bassi 35 e 23 quelli rimasti invariati. Quasi dappertutto prevalgono gli
aumenti. Ci sono, però, delle eccezioni: Pam in particolare presenta un uguale
numero di aumenti e di ribassi, Sma mostra un maggior numero di prezzi invariati
e Iper ha lo stesso numero di aumenti e di invariati.
C’è peraltro da tenere conto che ci sono dei casi in cui le variazioni
sono di modesta entità e altri in cui c’era un’offerta promozionale
non ripetuta o viceversa.
Inoltre ci sono insegne che hanno aumentato i loro prezzi rispetto a un anno
prima, ma sono ancora più competitive di altre che pure li hanno ribassati.
Va comunque ricordato che le rilevazioni risalgono al mese di gennaio per avere
omogeneità di periodi. Quello che innanzitutto si è inteso mettere in
evidenza è il grado di scostamento nel periodo.

Più aumenti nel vitello
A livello di singoli comparti è la carne di vitello quella che fa registrare
i maggiori aumenti (37, contro solo 13 ribassi), mentre il bovino adulto segnala
un maggiore equilibrio, con 27 aumenti e 22 ribassi.
Guardando tuttavia le singole voci, tutte presentano, tranne Esselunga, entrambe
le situazioni: qualche aumento e qualche ribasso, indice di un’interpretazione
non proprio univoca dell’andamento del mercato.
In particolare nel bovino adulto si notano più ribassi nelle carni di minor
costo (polpa e fettine scelte), mentre prevalgono gli aumenti nei tagli di maggior
pregio (fettine sceltissime, roast beef e filetto). Invece nel vitello gli aumenti
sono distribuiti un po’ su tutti i tagli. Anche qui però con una maggiore
accentuazione per quelli più costosi (fesa e fettine).

Allegati

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