Primo Piano – Una relativa stabilità nei salumi

Articolo pubblicato su MARK UP 108 settembre 2003 – Eterogeneità. Dopo un anno rivisitati i prodotti al taglio della GDA milanese

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Le variazioni dei prezzi non forniscono indicazioni di trend ben definiti.
Prevalgono comunque i ribassi, almeno nel numero

Nel marzo di quest’anno abbiamo rivisitato gli stessi punti di vendita
dello stesso mese e periodo (dal 10 al 15) dell’anno scorso (si veda MARK
UP di giugno 2002, a pag. 51) per confrontare i prezzi dei salumi più
significativi proposti al banco del taglio. A un anno di distanza, la somma
complessiva dei prezzi aumentati, ribassati o rimasti invariati non fornisce
un’indicazione univoca di trend ben definiti. È significativo,
però, che a prevalere siano i ribassi con 42 casi contro i 34 aumenti, mentre
25 sono i cartellini che non hanno subito variazioni. Presso alcune insegne
erano in corso delle offerte promozionali che sono indicate nella tabella, ma
non sono state prese in considerazione nei conteggi.

Gli scostamenti
A livello di singola insegna spiccano i 12 ribassi di Esselunga, di cui 8 di
un solo centesimo di euro. Quindi più significativi sono gli 8 ribassi di Iper
o i 5 di altre insegne. Poche sono invece le insegne che mostrano gli stessi
prezzi da un anno all’altro. Nel prosciutto crudo, non c’è
uniformità tra le variazioni dei prezzi. Quello di Parma viene offerto allo
stesso prezzo dell’anno passato in 3 insegne su 8, altre 3 mostrano un
ribasso, mentre una sola insegna (Carrefour) propone un prezzo più caro, seppure
solo del 3%. Il S. Daniele, invece, non fa notare ribassi e il crudo di primo
prezzo vede solo 2 situazioni di rincaro.

Occhio alla pancetta
Solo 3 prodotti non hanno subito aumenti: lo speck, il salame Felino e quello
cotto. Il primo è più economico in 4 casi e in altri 4 non è possibile
il raffronto; il salame Felino (3 casi di ribasso e 2 uguali) e il salame cotto
con ben 5 insegne che propongono lo stesso prezzo della scorsa rilevazione e
due ribassi.
La pancetta coppata, uno dei prodotti più economici, è però tra
quelli che ha avuto il maggior numero di rincari: 4 delle 5 insegne in cui è
stato possibile il raffronto. Però anche il prodotto più “lussuoso”,
il culatello, è uno di quelli che maggiormente sono incrementati: 4 situazioni,
di cui una addirittura del 37,6%.
Infine non si nota un trend ben definito di scostamenti per i singoli prodotti,
visto che quasi tutti fanno registrare sia aumenti sia ribassi, anche se, valutando
l’entità dei cambiamenti, per alcuni si può notare un andamento più lineare
di altri. In effetti il valore assoluto degli scostamenti è, in genere,
abbastanza contenuto e sono invece molto più significative le differenze prodotte
dalle offerte promozionali, cosa che probabilmente può incidere di più sul reale
valore degli acquisti.

Allegati

MARKUP 108 – Una relativa stabilità nei salumi.pdf

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