Prodotti & Mercati – Pesche e nettarine al primo posto

Articolo pubblicato su MARK UP 110 novembre 2003 – Produzione nazionale.Con tanto di marchio Igp per il raccolto di romagna

Sono i frutti preferiti e consumati dagli italiani nel periodo estivo.
La stagionalità è marcata. La possibilità di scelta è
premiante

Da valorizzare e comunicare
- L’identificazione con il periodo estivo
- L’origine italiana del frutto
- La provenienza da zone vocate, cioè con una tradizione produttiva
- La gamma: a pasta gialla, bianca
- Le pesche e le nettarine di Romagna Igp

Pesche e nettarine: prodotti di punta nel periodo estivo. I volumi sono quanto
mai consistenti. Lo provano i consumi: 20 kg l’anno per ogni famiglia
italiana. Una cifra di tutto rispetto considerando la stagionalità dei frutti.
Il calendario commerciale è di soli quattro mesi: da giugno fino a settembre.

Pesche e nettarine insieme rappresentano in Italia l’8,7% delle vendite
complessive di frutta a volume sul mercato nazionale. I mercati esteri costituiscono
un’importante valvola di sfogo per la produzione italiana. Le vendite
di pesche e nettarine fuori dei confini nazionali ammontano, ogni anno, a più
di duecento milioni di euro. Il principale mercato di destinazione è
la Germania che da sola assorbe più del 60% dell’export diretto verso
la Ue.

I canali di vendita
Sul mercato interno, che rimane la destinazione principale di pesche e nettarine,
gli acquisti da parte delle famiglie generano oggi un giro d’affari al
consumo di circa 500 milioni di euro l’anno. Il fatturato è ottenuto
con un contributo decisivo del commercio ambulante e dei mercati rionali: l’incidenza
sulle vendite a volume di questi canali è del 34,3% per le nettarine
e addirittura del 45,3% per le pesche.
Nel caso delle pesche, i volumi che transitano sul canale del dettaglio tradizionale
(negozi di frutta e verdura) sopravvanzano di gran lunga i volumi messi in commercio
nei punti di vendita a libero servizio della Gda, attestati al 30,6%. In effetti,
pesche e nettarine sono una categoria di prodotto di difficile gestione che
richiede molta cura e attenzioni particolari per poter essere presentata al
meglio alla clientela sui lineari.
Alcuni esempi delle difficoltà cui si può andare incontro sono: nettarine acerbe
che avvizziscono senza mai giungere a piena maturazione; pesche che, una volta
toccate, rimangono schiacciate e in breve tempo marciscono; frutti di entrambi
i tipi che, raccolti precocemente o lasciati troppo a lungo nelle celle frigorifere,
sono insipidi quando vengono consumati.

La catena del valore
I mercati di queste due tipologie di frutta sono tra loro complementari e i
prodotti non sono succedanei stretti. Le quotazioni al consumo delle nettarine
si mantengono costantemente superiori a quelle delle pesche: 1,45 euro/kg contro
1,34 euro/kg.
La catena del valore riflette le modalità d’immissione sul mercato del
prodotto imperniate sul piccolo dettaglio, fisso e ambulante, che attribuisce
una quota importante del valore finale del prodotto al commercio all’ingrosso.

In effetti, le pesche figurano nella fase di maturità del ciclo di vita, mentre
le nettarine sono un prodotto ancora in fase di crescita, che in parte avviene
a spese delle stesse pesche. In particolare, l’offerta si presenta articolata,
potendo contare, sia per le pesche sia per le nettarine, su frutti a pasta gialla
e bianca, non omologabili per colore, gusto e periodo di arrivo sul mercato.

Le iniziative
Nel corso degli ultimi anni, un’offerta in costante eccedenza rispetto
alle capacità di assorbimento del mercato ha comunque esercitato una forte pressione
al ribasso sulle quotazioni sia delle pesche sia delle nettarine.
Per questo motivo sono in corso sforzi di marketing, volti a creare un legame
positivo con l’origine nazionale di questi frutti, di cui il nostro paese
è da sempre il principale produttore europeo. In questa logica è
stata di recente lanciata una campagna di comunicazione sulla pesca e nettarina
di Romagna Igp, un prodotto tipico, a provenienza certificata. In particolare
l’azione promozionale, varata nel 2003 dall’apposito consorzio di
tutela, si è ripromessa di aumentare i volumi di vendita, puntando sul
valore segnaletico della provenienza del prodotto da zone di coltivazione vocate,
cioè con una tradizione di coltivazione consolidata e localizzate sul
territorio nazionale.
In futuro, le strategie di comunicazione al consumatore condizioneranno in misura
maggiore il destino commerciale di questi prodotti che devono fare del territorio
di provenienza dei frutti un plusvalore percepito e remunerato dall’acquirente.

Allegati

MARKUP 110 – Pesche e nettarine al primo posto.pdf

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