Prugne della California: prevista una raccolta di 105.000 tonnellate nel 2017

Secondo le stime del National Agricultural Statistics Service (NASS), la raccolta di Prugne della California dell’anno in corso sarà di 105.000 tonnellate, con un incremento del 106% rispetto al 2016.

Il terreno fertile delle valli californiane di Sacramento e di San Joaquin su cui vengono coltivate le susine “Petite d’Agen”, insieme alle condizioni ottimali della lunga stagione estiva calda, forniscono le condizioni migliori per una coltura di prugne succosa che viene lasciata maturare naturalmente nel sole della California. Il resto è affidato all’esperienza dei coltivatori e alla tecnologia avanzata dei macchinari: fattori che sommati consentono di ottenere ogni anno prodotti premium. Le susine coltivate in California, infatti, sono rinomate in tutto il mondo per il loro sapore succulento, la buccia liscia e il nocciolo piccolo.

L’adozione della tecnica meccanica anziché manuale permette alle susine di non toccare mai il suolo: ogni albero viene agitato meccanicamente nel momento giusto, con una rapida raccolta che consente ai frutti di passare velocemente alle operazioni di lavaggio e di essicazione nello stesso giorno in cui vengono raccolte.

Nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali in cui crescono i frutti, la filiera investe costantemente nell’aggiornamento e nella modernizzazione delle tecnologie per garantire che i processi abbiano un impatto minimo sull’ambiente e che siano più le efficienti e sostenibili possibili. Dal 2005 il consorzio lavora in questa direzione, con iniziative focalizzate sulla riduzione dell’inquinamento e la gestione del prodotto – diminuendo l’impatto ambientale e massimizzando la riciclabilità e lo smaltimento post-utilizzazione – e sulla tecnologia pulita, assicurando l’efficienza energetica dei macchinari e dei processi.

Le prugne californiane essiccate vengono trasformate e confezionate attraverso 29 aziende, tutte conformi ai criteri di qualità e sicurezza.
Limitatamente minacciate da insetti e malattie che necessitano trattamenti chimici, le prugne vengono piuttosto salvaguardate con metodi biologici risultati efficaci in alcune zone produttive per controllare afidi, acari e cocciniglie riducendo così le applicazioni di pesticidi. Anche il rafforzamento del monitoraggio preventivo delle specie nocive ha contribuito a limitare le applicazioni relative solo in caso di necessità.

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