Quelle care (troppo care) materie prime alimentari: il parere dell’industria

L’altalena dei prezzi e le aziende trasformatrici. Con la speculazione finanziaria diventa difficile prevedere il cambiamento dei prezzi (da Mark Up 249)

La speculazione degli operatori che acquistano quando ci sono prospettive di aumento dei prezzi, e che quindi causano repentini aumenti nei listini (ma anche velocissimi crolli), non è arginabile nei precari steccati delle commodities alimentari. Le interconnessioni tra industrie differenti, e anche lontane tra loro, sono infatti molte e a volte sorprendenti. Una delle relazioni più studiate è quella relativa ai listini petroliferi in grado di creare influenze sulle transazioni di altri beni sfruttando spesso una distorsione delle informazioni di mercato. A ogni impennata del prezzo del petrolio, per fare un esempio classico, si assiste sempre a una lievitazione dei costi di trasporto che si riflette regolarmente sui prezzi dei beni al consumo, specie quelli alimentari. E sempre rimanendo in tema di oro nero, oggi è assai difficile addebitare all’andamento dei listini petroliferi l’aumento del prezzo del frumento, in un momento in cui il greggio è ai minimi storici e quindi non è interessante né la produzione di biocarburanti, né la riduzione delle superfici a grano o a riso. Di seguito il parere dell’industria.

Barilla: nessuno spazio all’imprevedibilità
“La volatilità delle commodities che acquistiamo è molto elevata -dice Luigi Ganazzoli, vice president purchasing di Barilla- e presenta fluttuazioni importanti del 30-50%, anche sul breve termine. Rappresenta quindi un rischio rilevante per la nostra azienda. In aggiunta al rischio volatilità, dobbiamo considerare anche quello della disponibilità, in quanto utilizziamo materie prime con caratteristiche qualitative elevate, per le quali le produzioni sono limitate”. Per gestire questi rischi, l’impresa dispone di sistemi previsionali sulla base dei quali definisce le strategie di approvvigionamento, sempre e comunque basate sulla necessità di garantire la disponibilità delle materie prime con le caratteristiche qualitative previste. “Dobbiamo disporre di scorte di sicurezza e prevedere impegni contrattuali che assicurino queste disponibilità -continua Ganazzoli-. Ogni anno definiamo i volumi di acquisto necessari sulla base delle previsioni di vendita dei nostri prodotti, considerando di garantire sempre la disponibilità delle materie prime conformi agli standard previsti. Per ottenere questo collaboriamo con più fornitori all’interno della stessa categoria d’acquisto per assicurarci sempre l’adeguata disponibilità di volumi, stipulando contratti d’acquisto basati su criteri trasparenti di determinazione del prezzo di cessione”.

036_MARKUP04_2016_Materie_Prime_2_BarbagliL’approvvigionamento secondo Drogheria & Alimentari
“Sulla tematica del pepe abbiamo un progetto molto importante -ancora a un livello embrionale- a livello globale che ha come obiettivo quello di proteggere le nostre materie prime dalle speculazioni. Il mercato delle commodities più attinenti al nostro business è in tensione da diversi anni. Nonostante fossimo di fronte a fattori positivi come un buon raccolto in termini di volumi, condizioni climatiche in linea con le aspettative, sufficiente stock di pepe tale da non generare la spirale di acquisti ansiosi, il costo del pepe dal mese di marzo 2015 in poi ha cominciato a essere caratterizzato da un andamento in costante crescita arrivando a toccare negli ultimi mesi del 2015 l’aumento record del 40%. Purtroppo questo è il tipico esempio di un aumento delle quotazioni della materia prima che si trasforma in un aumento del prezzo del prodotto finito”. Le ragioni principali le ritroviamo nello sviluppo economico che ha caratterizzato negli ultimi anni Paesi come India, Vietnam, Cina. L’aumento del reddito da lavoro, le migliori aspettative di vita e la possibilità di accesso diretto alle informazioni internazionali hanno dato ai farmers la consapevolezza di poter giocare un ruolo economicamente diverso. Su questo substrato sociale ed economico si innestano periodicamente aumenti di prezzo strettamente legati a una forte speculazione finanziaria. L’andamento delle quotazioni del pepe nel 2015 è stato fortemente influenzato da questo fattore”

036_MARKUP04_2016_Materie_Prime_2_MastromartinoLa ricetta di Caffè Motta
“Il peso della speculazione è ormai molto presente sul mercato delle materie prime. I fondi speculativi d’investimento spostano grossi capitali dai mercati finanziari classici alle materie prime e alle valute generando grande volatilità. Fattori geopolitici quali crisi, guerre e difficoltà economiche fanno sì che le commodities possano diventare allettanti beni rifugio che vengono portati al rialzo in breve tempo e altrettanto rapidamente ribassati quando diventa interessante o necessario liquidare le posizioni prese. In precedenza i fattori più importanti di volatilità delle materie prime erano la quantità o la scarsità sul mercato, come ad esempio in caso di siccità o per altri problemi climatici. Attualmente riscontriamo variazioni spesso totalmente indipendenti dalla reale situazione di una materia prima specifica. Addirittura a volte ci sono variazioni completamente contrarie alle aspettative degli stessi operatori del settore”.

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