Retail e brand: i 6 trend del marketing nel 2016

Dall’aumento dei destination store a quello del commercio social, passando per l’analisi neuro-scientifica dei comportamenti d’acquisto grazie alla tecnologia.

La trasformazione della shopping experience procede inarrestabile e a passo spedito. Le tecnologie di pagamento contacless emancipano i consumatori dalle casse, l’esperienza di brand richiesta diventa sempre più coinvolgente e grandiosa, i dettaglianti online scelgono di aprire negozi fisici e la personalizzazione si eleva a nuova frontiera obbligatoria.

Sono solo alcuni dei cambiamenti in atto che hanno impattato sullo scenario del retail dell’ultimo anno, come evidenzia l’esperta Sarah Todd, Ceo dell’agenzia Geometry Global in Regno Unito, colosso internazionale nel settore della brand activation.
Per il 2016, secondo la Todd, la promessa è di un’ulteriore volatilità e complessità, ma è comunque possibile individuare alcune direttrici di sviluppo:

the-white-company-store-front#1 Destination store Uno dei trend portato avanti dai retailer, che consente di dare vita a brand experience migliori e più articolate, è l’apertura dei cosiddetti negozi “di destinazione”. Questi ultimi sono così chiamati in quanto situati al di fuori delle città e dei grandi paesi ed oggetto di uno shopping a più lungo raggio, con specifico intento di acquisto. I destination store integrano generalmente elementi appartenenti a diverse tipologie di negozio: grandi dimensioni da mass merchandiser, anima e varietà da grande magazzino e prezzi bassi da discount. Un esempio? Il nuovo punto di vendita The White Company a Norwich, che offre un’esperienza d’acquisto guidata in linea con il lifestyle quotidiano e modellata come un percorso all’interno della casa.

#2 Acquisto social I consumatori passano sempre più tempo sui social network, che aumentano il loro potenziale anche come canale d’acquisto. Un analista ha suggerito che il pulsante “buy” su Facebook potrebbe incrementarne il fatturato annuo del 5%-10%.

hello_fresh_boxes#3 Curated commerce L’informazione veicolata dal contesto omichannel sarà eccessiva, ad essere premiati saranno pertanto brand e retailer capaci di offrire ordine e valore aggiunto al consumatore. Un esempio? La recipe-box di Hello Fresh, che propone in un’unica scatola predeterminata e a invio settimanale tutti i prodotti in quantità già dosate per preparare i pasti e determinate ricette.

#4 Engagement emotivo I valori rappresentati e comunicati da brand e retailer saranno sempre più influenti sulle decisioni di acquisto dei consumatori. Elementi come le etichette smart e la tracciabilità del prodotto rivestiranno un ruolo importante in tal senso.

Amazon-Dash-Button#5 Spesa just-in-time Il tempo a disposizione da destinare al consumo diminuisce, mentre aumenta parallelamente la familiarità con la tecnologia, che porta le persone a richiedere ai brand maggior supporto all’interno della vita domestica. Ad avere crescente successo saranno servizi come il Dash Button di Amazon, ovvero il pulsante connesso in rete via wi-fi che una volta premuto ordina e porta direttamente a casa i rifornimenti, ma anche gli elettrodomestici intelligenti della gamma Hoover Connected Home, che consentono una gestione via mobile.

#6 Approccio neuro-scientifico al comportamento di acquisto del consumatore, che viene quanto più possibile mappato in tempo reale durante la shopping experience, grazie all’utilizzo di device tecnologici anche in store, dove layout e design si adattano di conseguenza.

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