Retail Summit – Liberalizzazione non è solo negli orari

Non è solo una questione di orari. A Retail Summit la liberalizzazione viene affrontata anche nella ricerca di opportunità per gli operatori

Vivace la tavola rotonda dedicata al tema delle liberalizzazioni svoltasi in occasione della decima edizione di Consumer & Retail Summit.
Sul palco Giovanni Cobolli Gigli, Presidente Federdistribuzione, Maria Grazia Gabrielli, segretario generale Ficams Cgil, Massimiliano Dona, Segretario Nazionale Unione Consumatori, Enrico Postacchini, Componente giunta Confcommercio, con incarico per le politiche commerciali.

Se la notizia è che difficilmente si arriverà a una nuova unificazione di Federdistribuzione e Confcommercio, soprattutto per la diversa visione sul ruolo di una normativa centralizzata (auspicata da Federdistribuzione) rispetto a quelle di Comuni e province, il resto della discussione si snoda su tematiche più critiche.

E se Cobolli Gigli sostiene con forza la necessità di non tornare indietro rispetto a tematiche come aperture domenicali e festive (“Ci sono 3 milioni di lavoratori che lavorano la domenica, esclusi quelli del commercio. Non si possono non cogliere le opportunità”), Maria Grazia Gabrielli, sottolinea come nel nostro Paese la questione delle liberalizzazioni si sia concentrata quasi esclusivamente sugli orari. Forse ci vorrebbe una riflessione più ampia.

La stessa che richiede Massimiliano Dona, che sottolinea come vi sia una grande attenzione all’onboarding del cliente, senza che questi abbia ben chiaro il prezzo che gli tocca pagare quando vuole sganciarsi da una prodotto/servizio, soprattutto se online.
Porta l’esempio dei servizi aggiuntivi nella telefonia, dei cambi di gestore nel mercato dell’energia. “Brandire il vessillo della concorrenza a ogni costo, implica cautele e consapevolezza. È vero, la concorrenza abbassa i prezzi, ma se il consumatore non sa cosa scegliere, finirà per scegliere i prodotti scorciatoia, senza alcun reale beneficio”. Al di là delle discussioni sugli orari, il valore delle liberalizzazioni, secondo Dona, consiste nel fatto che ognuno è libero di cogliere le opportunità che gli interessano in funzione delle caratteristiche del suo bacino di utenza e del suo mercato.

Postacchini si dichiara sostenitore del pluralismo e della necessità di far convivere in equilibrio tutti gli operatori, piccoli, medi e grandi. Per questo il suo intervento mira a ricordare alla platea quanto il nostro Paese ruoti intorno alle province, più che ai grandi centri urbani: “C’è un limite territoriale di cui non si può non tener conto. Smettiamola di pensare alla liberalizzazione solo pensando agli orari di apertura o chiusura. Dobbiamo guardare ai nuovi distretti commerciali e provare a innovarli. In Italia abbiamo bisogno anche di negozi fisici”.

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