Singular women: scelte di vita, scelte personali di consumo

Esperti – Incarnano un differente punto di vista e di appartenenza, attraverso le proprie scelte di vita e di consumo tout court. Nel nome della Life simplification. (Da MARK UP 181)

1.
Vivono con gioia
il proprio corpo

2.
Le over 35 diventano centrali nel consumo

Il mondo femminile e il mondo della creatività stanno nell'orizzonte della società contemporanea conquistando la centralità della scena, producendo in termini politico-economici uno scenario critico e creativo, di riflessione sulle condizioni dell'esistenza (condizione femminile, diritti umani, scompensi economici), anche attraverso la sfida dell'estetica che diventa veicolo di valori.

Questa realtà trova nella generazione delle Singular women - dai 35 ai 50 anni - la sua più chiara personificazione: donne sempre più audaci, sicure di sé, spregiudicate, consapevoli della propria forza, che esprimono la propria singolarità femminile.

Per esempio la libertà di vivere con gioia e sensualità il proprio corpo, e di riflesso la relazione con il quotidiano, al di fuori dell'età e di canoni estetici convenuti, costituisce un comportamento chiave per questa generazione. Nell'ambito del consumo, la lingerie ha fatto da apripista in quest'area (da Agent Provocateur a Victoria's Secret), lanciando concept estetici e di retail che si sono estesi anche ad altre aree merceologiche. Anche il settore della cosmesi, da sempre il più sensibile alla bellezza femminile, sta iniziando a presentare nuove modalità di comunicazione e vendita per le over 35.

Scelte di vita

Dal punto di vista dei progetti aziendali per le Singular women la “Campagna per la bellezza autentica” promossa da Dove, è un caso esemplare: Dove infatti ha scelto per la sua comunicazione di fare riferimento alle donne comuni e di promuovere così un ideale femminile non irraggiungibile, ma prossimo al vissuto di ogni donna.

Il diffondersi di un'identità da Singular woman dimostra la centralità di una dinamica verso l'indipendenza femminile che - a partire dai 35 anni - lavora sui valori critici della singolarità e non si esaurisce nella condizione della single, ma propone un orizzonte di pensiero e di comportamento su cui anche il mondo maschile comincia a confrontarsi.

Insieme all'America latina, anche le altre aree del mondo (compreso il medio oriente) si dimostrano sensibili e attive nella definizione di nuovi codici e comportamenti femminili, pur nella differenza dei loro contesti.

Le Singular women lavorano sulla consapevolezza delle proprie capacità, sulla carica umana e valoriale, sostenendo nuove istanze estetiche, e lanciando al contempo temi relativi alla gestione di lavoro e famiglia, nonché di pensieri e azioni che, dall'attenzione per ogni aspetto legato al quotidiano, dalla casa al lavoro, si aprono verso tematiche che riguardano l'intera società.
Non si tratta di competizione con il maschile, né di mera affermazione di diritti: semplicemente le Singular women incarnano un differente punto di vista e di appartenenza, attraverso le proprie scelte di vita e di consumo tout court. Life simplification è la principale parola chiave in cui il mondo femminile ha sempre avuto un fondamentale ruolo progettuale, lavorando su valori emergenti, qualità e materiali, processi creativi, unicità. Per questo, con le Singular women hanno successo strategie, di produzione e distribuzione, capaci di coniugare alta qualità e design alla centralità della relazione e all'articolazione dei servizi. Progetti che attivano una riflessione sui valori emergenti, anche attraverso proposte estetiche fruitive e innovative.

La prospettiva delle single radicali appartiene a quelle donne che lanciano segnali etici ed estetici di grande carattere, e di grande sensibilità estetica che prescindono dalla loro condizione familiare: donne per esempio in grado di orientare le scelte in una direzione precisa e riconoscibile, estendendo le proprie logiche singolari all'interno della coppia, della famiglia, o dell'intera comunità.

Il marketing più corretto per queste donne così autonome deve lavorare sulla proposta e sulla ricerca costante di un differente punto di vista da offrire sul prodotto, sul marchio e sul consumo in generale, per stimolare nei consumatori un senso di appartenenza più vasto, che includa le scelte in una filosofia di vita.

I driver di distribuzione

  • I negozi devono proporsi come piattaforme, per una partecipazione attiva che consente di esprimere le proprie opinioni e preferenze
  • I punti di vendita devono favorire una visione critica del consumo, che sia lontana da stereotipi percepiti come troppo cool
  • Il retail può affiancare il vissuto delle consumatrici e le loro eventuali problematiche, senza falsità o ipocrisie, ma fornendo soluzioni sagge
  • Il retail deve proporre una visione che faccia leva sulla forza vitale delle differenze, al di là del rispetto tollerante, politicamente corretto ma poco generativo

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