Snapchat e Instagram decollano: le 3 tendenze in Italia

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Mentre si discute con scetticismo del futuro di Twitter, recentemente adocchiato con interesse dalla Disney, social di natura diversa come Instagram e Snapchat continuano a “surfare” sulla cresta dell’onda, guadagnando utenti oltreconfine e in Italia. A tracciare un quadro globale è stata l’ultima indagine dell’istituto globale di ricerca Kantar Tns, che ha coinvolto 70.000 consumatori tra i 16 e i 65 anni.

Quello che emerge nel complesso non è solo un aumento dell’audience su queste piattaforme, ma un’evoluzione qualitativa della stessa, con apertura anche alla fascia d’età più senior. Parallelamente, si sviluppa il rapporto con i contenuti di brand, che per ottenere attenzione devono fare ricorso a dinamiche ben precise.

Vediamo allora quali sono le tendenze in atto, con focus sul nostro Paese.

  1. Presenza in crescita

Snapchat oggi è in uso presso il 23% degli utenti che risultano attivi su internet, un grande salto rispetto al 12 % di due anni fa. In Italia la situazione è simile, con una quota del 25%, esattamente un quarto degli utenti, in aumento di 10 punti rispetto al 2015.

Instagram vanta un livello di utilizzo globale oggi al 42% contro il 24% del 2014. In Italia, è sulla piattaforma il 51% degli utenti, un incremento di 15 punti percentuali negli ultimi due anni.

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  1. Età media in aumento

I giovani restano i maggiori utilizzatori dei social media, ma anche gli adulti stanno abbracciando queste piattaforme più visual e istantanee.

Su Instagram 1 user su 5 è di età compresa tra i 55 e i 65 anni, dato con cui l’Italia si allinea e in aumento del 47% rispetto allo scorso anno.

Su Snapchat quasi la metà degli utenti ha un’età compresa tra i 16 e i 24 anni, ma la tendenza a condividere foto istantanee sta crescendo anche per gli over. Il 9 % degli user globali, infatti, è di età compresa tra i 55-65 anni (era il 3 % nel 2015).

  1. Il rapporto con i contenuti promozionali

Il 26% di consumatori a livello globale dichiara di ignorare i post o le pubblicità sui social (33% in Europa, 24% in Italia). Nel nostro Paese, inoltre, il 35% ha dichiarato di essere contrario all’idea di vedere i propri comportamenti online tracciati dalla pubblicità e il 34% dichiara addirittura di sentirsi “costantemente seguito” dalla comunicazione in rete.

Come devono comportarsi allora i brand su questi canali?

  • Tempismo. “La sfida è come consegnare i giusti contenuti alle persone giuste, sulle giuste piattaforme e soprattutto al momento giusto. Siamo già abituati a scarsa attenzione alla pubblicità nei media tradizionali ed oggi è un rischio anche nei Social”, spiega Federico Capeci, Chief Digital Officer & Ceo Italia, Kantar Tns: “Alcuni brand avevano già capito quanto questo fosse importante – in passato Disney, Starbucks e McDonald’s avevano utilizzato i filtri di Snapchat per coinvolgere i consumatori in un modo che non venisse percepito come intrusivo. Questa è la chiave per evitare la percezione negativa dei consumatori nei confronti delle attività online dei brand”.
  • Influencer. Le celebrità della rete hanno un ruolo chiave nell’influenzare la percezione sulle marche da parte delle persone. Lo dimostra che 2 utenti su 5 (40 % nel mondo - 32% in Italia) di età compresa tra i 16 e i 24 anni, dichiarino di avere più fiducia in quello che le persone dicono online a proposito del brand che sulle informazioni trovate attraverso i canali ufficiali e tradizionali come giornali, siti o pubblicità televisive.
  • Intrattenimento personalizzato. La condivisione delle emozioni del momento è sempre più centrale. Non a caso Facebook ha recentemente introdotto l’opzione video in diretta. “La crescita di Instagram e Snapchat risponde proprio al desiderio degli individui di contenuti istantanei e divertenti, da amici, pari, influencers, spesso implementati con filtri, scritte ed aggiunte, in ottica personal”, spiega Capeci. Da qui la necessità per i brand di entrare con ironia e spontaneità nel dialogo orizzontale.

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