Speciale grocery – il consumatore

Articolo pubblicato su MARK UP 128 maggio 2005 –

La parola d’ordine nel mercato dei succhi di frutta, che sviluppa 860 milioni di litri, sembra essere quella di spingere la segmentazione per target e occasioni di consumo. La diversificazione di prodotto (in particolare verso gli arricchiti) e soprattutto di packaging hanno contribuito ad allargare i confini e la penetrazione dei succhi, ma rischia anche di generare confusione nel consumatore che si trova di fronte a un’offerta in cui diventa difficile distinguere le diverse categorie di prodotto, ancorate in passato al binomio succhi 100%-bevande centrate sul target adulti e nettari-alimenti per bambini. Il mercato offre prodotti con percentuali di frutta molto variabili, ma a questo proposito vi è da dire che il consumatore non sembra tanto sensibile al contenuto di frutta (per inciso il segmento merceologico che ha registrato il miglior trend, e anche l’unico di segno positivo, è stato nell’ultimo anno quello delle bevande con percentuale di frutta tra il 21% e il 40%) quanto ai gusti, agli elementi nutrizionali aggiunti e al posizionamento di prezzo che si traduce in quest’ultimo caso non tanto nella scelta del prezzo più basso quanto dei formati più grandi e dei prodotti in promozione.
Un altro elemento distintivo della domanda è la scarsa fedeltà alla singola marca anche se esiste una fedeltà complessiva a un gruppo di marche di elevata notorietà, all’interno delle quali le preferenze sono influenzate dalle politiche di innovazione, prezzo, promozioni. Se dovessimo però individuare un fattore chiave della domanda questo è il pack che è lo strumento principale per segmentare il consumo per target e momenti di consumo (familiare, fuori casa, adulti, giovani o bambini) oltre che avere una funzione importante per il posizionamento dei prodotti sul mercato. Nel canale iper+super il 70% dei volumi è rappresentato dalle confezioni in cartone, il 17% da Pet e altri contenitori in plastica, l’11% dal vetro. Una quota di poco superiore all’1% spetta al cheerpack mentre trascurabile è il peso della lattina. Per quanto riguarda i formati, quasi il 60% in volume è delle confezioni da un litro e 200 ml e un altro 28% dei formati da 1,5-2 litri. La quota restante è polverizzata tra numerosi formati tra i quali sono cresciuti in particolare quelli da 250 e 330 ml.

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