Speciale grocery – Il consumatore

Articolo pubblicato su MARK UP 111 dicembre 2003 –

Al contrario di quanto si potrebbe pensare considerando in generale l’evoluzione
dei modelli alimentari e l’emergere delle tendenze salutiste, dalla fine
degli anni ’80 a oggi il consumo di salame non è affatto diminuito,
almeno stando alle statistiche ufficiali, anzi ' leggermente cresciuto. Si tratta
dunque di un prodotto fortemente radicato nella nostra cultura e nelle nostre
abitudini alimentari per il quale, nel caso, facciamo volentieri uno strappo
alla regola. In questo senso non esistono differenze fra la tipologia al taglio
e quella d’asporto. La motivazione d’acquisto principale del salame
d’asporto è il contenuto di servizio che è anche il fattore
che ne decreta il successo in parte a scapito del prodotto al taglio. Se nel
caso, per esempio, dei salumi preaffettati a libero servizio il gap di prezzo
rispetto al prodotto da banco può essere un freno all’acquisto, nel caso
del salame d’asporto questo fattore non sussiste trattandosi per la maggior
parte di prodotti a peso variabile commercializzati tali e quali e confrontabili
come livello di prezzo al prodotto al taglio. Un altro elemento importante è
che il salame d’asporto consente in particolare alle grandi superfici
un approfondimento dell’offerta rispetto al banco assistito, tanto più
se si considerano le referenze a peso fisso che possono essere collocate al
di fuori del banco frigo.

Differenze geografiche
L’area in cui sono più alti gli acquisti pro capite di salame (taglio
e asporto) è il nord-est. Nel complesso il nord rappresenta il 51% delle
vendite in volume nel retail e il 55% delle vendite nel caso del solo salame
d’asporto. L’impronta regionale dei consumi, pur ancora marcata,
sta diminuendo o almeno si generalizza il consumo di certe tipologie di prodotto:
il salame macinato fine non aveva, per esempio, diffusione nell’area meridionale,
mentre ora si trova ovunque. Di certo il salame si è arricchito di attributi
rispetto al passato. Se una volta l’elemento distintivo principale era
quello di “salame casalingo” con un vissuto consolidato nel consumatore,
ora entrano maggiormente in gioco anche altri fattori come la marca o il contenuto
di servizio.

Il profilo del consumatore di salame

Penetrazione Su base annua per
il salame taglio+asporto arriva al 72% delle famiglie.

Area di residenza Consumi pro
capite sensibilmente superiori nel centro-nord per il salame d’asporto
(con il livello più alto seppur di poco nel nord-est) rispetto al sud
dove le vendite sono inferiori del 40% rispetto alla media nazionale.

Motivazione d’acquisto A
spingere al consumo di salame è soprattutto la valenza edonista. L’asporto
viene preferito per il contenuto di servizio.

Target Universale, con l’eccezione
dei salutisti esasperati o di chi ha problemi di dieta. Il profilo del consumatore
di salame

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