Speciale Grocery -Il consumatore

Il consumo pro capite di pasta di semola è sostanzialmente stabile e pari a 24,4 kg. Anche le differenze tra le aree geografiche rimangono analoghe a quelle riscontrate negli ultimi anni: i maggiori consumatori risiedono al sud. La stabilità del mercato è un fatto positivo considerando la fase di maturità e la penetrazione capillare del prodotto. La cultura della pasta ha radici profonde ed è stata rivitalizzata dall’affermazione delle valenze positive della dieta mediterranea. Alla banalizzazione del prodotto si è contrapposta non solo la riscoperta dei plus nutritivi della pasta ma anche la capacità degli operatori industriali di far leva sui valori nutrizionali del prodotto.
La crescita della domanda estera (l’export rappresenta oltre il 45% della produzione complessiva di pasta di semola) oltre a essere funzionale allo sviluppo del settore industriale è un indicatore positivo anche rispetto al vissuto del prodotto. La globalizzazione del consumo svincola la pasta da un vissuto meramente tradizionalista.
La penetrazione capillare peraltro è già di per sé indicativa della versatilità del prodotto; in una situazione di pluri-segmentazione dell’universo consumatori, la pasta incontra il favore di tutti.

I criteri di scelta.
Le differenze tra i consumatori, oltre che nelle quantità consumate, si riflettono all’atto d’acquisto nella scelta delle marche o degli unbranded. Il prezzo gioca un ruolo molto importante. Esiste innanzitutto una fascia di consumatori che per ragioni di risparmio si indirizza verso l’area dei primi prezzi. In tale ambito si riscontrano valori medi di mercato inferiori del 35-40% rispetto al prezzo del leader. Anche tra coloro che optano per i prodotti di marca nella fascia alta e premium del mercato si è diffusa la ricerca dello sconto dei prodotti in promozione. Per ciò che riguarda la fascia centrale Barilla ha pochi concorrenti. È riuscita in effetti a definire un posizionamento di qualità con un prezzo centrale.
La fedeltà a una singola marca è bassa: i consumatori sono piuttosto orientati verso un’area di prezzo che può essere indicativa della qualità. A conferma di ciò si segnala che mediamente nelle famiglie italiane si riscontrano 3 o 4 marche contemporaneamente per un totale di 13 formati di pasta.

Il profilo del consumatore di pasta secca

Penetrazione La famiglie acquirenti sono quasi la totalità dell’universo. Maggiore la frequenza di consumo al sud.
Area di residenza Nel Mezzogiorno i consumi pro capite sono superiori alla media del 20%. Le regioni con consumi più elevati sono: Basilicata (+35%), Sicilia e Calabria (29-27%), Puglia, Molise.
Status sociale Le variabili socioeconomiche e demografiche incidono sulle quantità (maggiori i consumi nelle famiglie mononucleari e nelle fasce socioeconomiche più basse) ma soprattutto sulla scelta del tipo di pasta/marca.
Stile di vita La pasta si inserisce sia in modelli di consumo tradizionali sia in modelli di consumo evoluti; la promozione della dieta mediterranea dà prestigio al prodotto.

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