Starbucks rilancia a livello internazionale il brand Milano

Sarà il primo Starbucks Roastery ad aprire in tutta l'Emea (Europe-Middle East-Africa), e il 5° in tutto il mondo. Con la collaborazione immobiliare di Gruppo Percassi, Starbucks (tradotto all'italiana e ironicamente: Secchidistelle), fondata nel 1971 da Howard Schulz a Seattle, farà di Milano-Piazza Cordusio il trampolino di lancio per il format Roastery da sviluppare in tutta Italia, a partire dalle principali città del nord.
A Milano i lavori per la riqualificazione interna ed esterna dell'ex Palazzo delle Poste si concluderanno per la seconda metà del 2018 quando Starbucks Roastery aprirà al pubblico milanese e ai turisti internazionali il suo megaspazio da 25.500 mq.
L'offerta di Starbucks è molto ampia e include, oltre alle varietà di caffè all'americana, ottenuto con l'arabica, anche i tè e le prime colazioni. Partner privilegiato per Milano sarà Rocco Princi che fornirà tutti i prodotti da forno.

Starbucks is arriving in Milan

Attivatore di flussi (traffic builder)
Al di là dell'offerta specifica, cioè del menù e dello stile Starbucks, che si differenzia molto dai tradizionali bar italiani nei quali si consuma caffè e cappuccino spesso in piedi e in fretta, il nuovo megalocale americano funge e fungerà da attrattore per il centro di Milano, cioè tutta l'area in zona 1 che va da Piazza Scala a Piazza Cordusio, fino a Piazza Dante, con calamitazione baricentrica rispetto alle vie Torino e Spadari.
L'apertura di Starbucks va quindi considerata in un'ottica un po' meno banale e strapaese di "invasore straniero che barbarizza il raffinato gusto di noi italiani" (per sintetizzare il senso di alcuni articoli usciti in questi giorni), ma nel quadro di una complessa operazione urbanistico-pubblicitaria nella quale un brand a stelle a strisce contribuisce a riqualificare un immobile di prestigio storico-architettonico (l'ex Palazzo delle Poste, appunto) comunicando nel mondo il brand "Milano" e in particolare il suo centro storico, con una declinazione internazionale ma glocal (appunto la sinergia con Princi e la previsione, anche se non dichiarata, di inserire un servizio di autentico espresso italiano con baristi del nostro paese).

La genialata delle Palme
ieri era Mercoledì delle Ceneri, che segna l'inizio della Quaresima, un periodo che culmina con la Domenica delle Palme e il Giovedì Santo. Parlare di Palme è perciò quanto mai attuale. La catena americana di caffetterie più famosa del mondo è diventata ultimamente un caso in Italia grazie alla furbissima e (ingiustamente secondo me) criticata campagna delle palme e dei banani. Con 200.000 euro -per l'esattezza: il Comune di Milano non riceve soldi, i circa 200.000 euro equivalgono alla spesa che sosterrà la catena americana per la realizzazione e manutenzione dell'aiuola nei tre anni- Starbucks si è assicurata non solo un importante spazio fisico in Piazza Duomo, lato Torino-Orefici-Loggia dei Mercanti, a fianco dell'area taxi, ma un pretesto per creare i presupposti di una comunicazione virale.
Per giunta, Starbucks ha moltiplicato l'effetto "si parla di me, male, ma l'importante è che si parli di me" attraverso il ciclone o tornado dei commenti sui social. Con tutto questo polverone sollevato, Starbucks è riuscita ad attrarre l'interesse della stampa e dei media (inclusi i social) in preparazione della mega-apertura di Piazza Cordusio, e tutto questo ben di Dio di ritorno mediatico senza spendere nulla in comunicazione tradizionale: che per una multi-billion dollar company è un capolavoro di produttività.
Oltretutto qui i "big bucks" (i grandi affari) li fanno effettivamente solo gli americani: basta pensare al mega-affitto astronomico che Starbucks pagherà a Blackstone, proprietario dell'ex Palazzo delle Poste.

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