Studio Conte e Mamacrowd: nuove formule di investimento

Studio Conte innova il finanziamento di operazioni di sviluppo immobiliare grazie alla più grande piattaforma italiana di equity crowdfunding, Mamacrowd, nata per finanziare startup e Pmi, gestita da @SiamoSoci (dallo speciale Retail Real Estate)

Nel mercato esiste un numero importante di iniziative potenzialmente redditive ferme in attesa di investitore -dichiara Paolo Sabadin, che prima di entrare in Studio Conte, ha lavorato tra l’altro come manager dieci anni in Gruppo Basso e dieci in Lidl Italia- e questo nuovo accordo con Mamacrowd favorisce l’ingresso sul mercato dei capitali alternativi, a vantaggio dello sviluppo di medie strutture commerciali solide e affidabili. Stiamo parlando di big box, di grandi e medie strutture di vendita al dettaglio indipendenti (stand alone) collocate su arterie principali di traffico, e di progetti che possono contemplare più di una struttura”. L’idea di Studio Conte e Mamacrowd è nata dalla possibilità di finanziare in modo alternativo operazioni di sviluppo e immobili troppo grandi per coinvolgere singoli investitori privati, ma non sufficientemente dimensionate per interessare i fondi internazionali. “Spesso sono situazioni e location molto sicure -aggiunge Sabadin- non hanno grandi costi di gestione, si trovano su strade importanti, e sono in immobili ad elevatotasso di sostituzione degli affittuari”. Molti retailer non possono o non vogliono tenere in proprietà gli immobili, preferiscono essere conduttori o vendere l’immobile, per ricavare i mezzi da investire in nuove operazioni di sviluppo: “di queste posizioni con rendite dal 7% all’8% ce ne sono tante -aggiunge Sabadin-. E poi portiamo nel settore immobiliare le formule più avanzate della raccolta finanziaria; democratica e digitale”. Si tratta di investimenti complessivi che vanno fino a 10 milioni di euro per singolo punto di vendita: l’equity crowdfunding democratizza l’investimento, permettendo la partecipazione con quote non alte (il taglio  minimo è 500 euro), in veicoli specifici “che un domani possono essere venduti a fondi d’investimento perché ritenuti meno rischiosi proprio per la diversificazione dei profili relativi ai pacchetti immobiliari: 50 immobili commerciali variamente distribuiti sul territorio -precisa Sabadin- con insegne famose e contratti di locazione sicuri, possono offrire a chi investe maggiori garanzie di un singolo asset”.

La svolta: dal 2018 il crowdfunding è accessibile anche per le Pmi

Dario Giudici, 46 anni, chairman & Ceo di @SiamoSoci, è uno degli 8 soci (uno dei quali è Azimut) della società che controlla Mamacrowd. Giudici è stato per 18 anni nel private banking: “metà dei soci vengono dal mondo finanziario e del risparmio gestito -precisa l’altra metà sono imprenditori nelle nuove tecnologie, come Paolo Barberis”. Mamacrowd è leader nell’equity crowdfunding, cioè nel crowdfunding di capitali, un fenomeno il cui interesse sta ampliando i suoi confini in termini di pubblico e destinatari anche grazie alle recentissime innovazioni legislative. Ma che cos’è l’equity crowdfunding? Giudici è molto chiaro: “i soldi vengono messi come capitale sulle aziende, è una piccola Borsa, e i
privati diventano soci, mettono soldi in cambio di quote: il meccanismo è molto simile agli investimenti che si fanno nelle società quotate, solo che qui si apre il mondo del non quotato, ed è più democratico perché si parte da tagli di investimento più accessibili (min. 500)”. L’azienda @SiamoSoci è nata nel 2011 con lo scopo di portare capitali privati verso la finanza innovativa. La collaborazione con Studio Conte permette a Mamacrowd di proporre ai risparmiatori una nuova asset class, “nuova -precisa Giudici -per i fruitori del crowdfunding italiano: certi segmenti erano di fatto chiusi al piccolo risparmiatore italiano, soprattutto quando parliamo di immobili come i big box che hanno un valore di mercato che va dal milione di euro in su”. “Siamo autorizzati da Consob, iscritti al registro dei portali di crowdfunding, e quindi abilitati a gestire offerte pubbliche di strumenti finanziari. Da gennaio 2018 la normativa ha aperto la possibilità per tutte le Pmi per utilizzare lo strumento del crowdfunding che era nato solo per finanziare le startup. Da quest’anno anche le Pmi potranno usufruirne”. “Siamo fiduciosi-continua Giudici perché Studio Conte risponde ad alcuni prerequisiti come l’esperienza, il know-how settoriale grazie al dominio dell’intera filiera dei servizi immobiliari. Ora stiamo lavorando per raggruppare un pacchetto di pdv all’interno di un veicolo societario che acquisisce immobili già da anni sul mercato, con alcuni grossi marchi della grande distribuzione, per avere uno strumento con redditività assicurata da affitti garantiti per un sufficiente numero di anni. L’investitore parteciperà a questa società comprando le quote e beneficiando per quota parte del ritorno dell’investimento”.

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