Ticket pasto, aumenta la fascia esentasse, ma solo per i buoni elettronici

Dal 1° luglio il valore esentasse del ticket restaurant elettronico passa da 5,29 a 7 euro: la disposizione è contenuta nei commi 16 e 17 della legge di Stabilità (legge 190/14) e punta a equiparare il valore del buono alla media europea che è appunto di 7 euro. In Italia si aspettava questo intervento dal 1998.
L’entrata in vigore della disposizione potrebbe comportare una piccola rivoluzione nel settore del servizio sostitutivo di mensa, che conta oltre 2,3 milioni di utenti, tra dipendenti e liberi professionisti, per i quali vengono emessi circa 500 milioni di buoni l’anno, dei quali gli elettronici rappresentano, però, solo il 15% del mercato.
"Questa disposizione aiuterà prima di tutto a incrementare i consumi -commenta Gregorio Fogliani, presidente di Qui!Group, prima azienda a capitale italiano nel mercato dei buoni pasto - Stimiamo che le aziende investiranno 500 milioni di euro per la pausa pranzo dei dipendenti, e questo si tradurrà in un’integrazione di reddito di 400 euro annui per la spesa alimentare del singolo lavoratore. Con un nuovo sistema di defiscalizzazione, le aziende saranno più portate a investire in politiche di welfare per i propri dipendenti. La nuova normativa sul buono pasto elettronico aiuterà a diffondere la cultura dei servizi digitali in Italia”.

 

Gregorio Fogliani, Qui!Group
Gregorio Fogliani, Qui!Group

QUI! Group ha investito milioni di euro per rendere “full digital” la propria rete di accettazione (sullo standard proprietario "Passpartù"), dotata cioè degli strumenti di accettazione elettronica (PoS, Mobile App e Mobile POS, Sistema di casse integrate), promuovendo insieme ad altri operatori del settore l'accordo per un Pos unico, capace di leggere buoni di diversi emettitori.

Proprio grazie a queste innovazioni, il Gruppo è stato di recente riconosciuto miglior offerente in 5 lotti su 7 all’ultima gara Consip (la centrale acquisti della PA) per la fornitura dei buoni alla Pubblica Amministrazione e ha acquisito i lotti più grandi (1, che comprende Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, e 3, che comprende il Lazio).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome