Ttip, accordo in vista ma c’è molto lavoro da fare

L’America conferma l’opportunità di concludere il trattato durante la Presidenza Obama, “ma per fare ciò avremo bisogno di lavorare duramente ogni giorno” (da Mark Up 245)

Dal luglio 2013, sono in corso i negoziati per arrivare a un Trattato commerciale di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti (Transatlantic Trade and Investment Partnership – Ttip) con l’obiettivo di aumentare il commercio e gli investimenti tra Ue e Usa, eliminando gli ostacoli tariffari e non tariffari. La preoccupazione diffusa è che l’eliminazione di questi ultimi possa mettere in pericolo il livello di tutela dell’Ue in materia di salute pubblica, sicurezza alimentare, informazione dei consumatori, salute animale e ambiente. Fa il punto della situazione Anthony Gardner, ambasciatore Usa presso l’Unione Europea.

Condivide queste preoccupazioni?
Quello su cui voglio soffermarmi è che il Ttip è oggetto di ratifica in 35 parlamenti europei. Gli Stati coinvolti sono 28 ed essi possono avere più parlamenti come il Belgio, ad esempio, che ne ha 7. Gli scettici sui negoziati dovrebbero trarre conforto dal fatto che, anche se i negoziatori stessero cercando di ridurre gli standard in entrambe le parti dell’Atlantico -cosa che non stanno facendo- un accordo finale sarà oggetto di approfondite discussioni da parte di molti parlamenti; qualsiasi accordo che abbassi gli standard di sicurezza pubblica o di salute o di protezione dell’ambiente non verrebbe certamente approvato.

Secondo lei quando verrà siglato in maniera definitiva l’accordo e che significato politico avrà?
Chiaramente il processo di ratifica impiegherà molto tempo; lo possiamo capire proprio ora, guardando all’accordo per esempio tra Regno Unito-Canada. Abbiamo l’opportunità di concludere l’accordo Ttip durante la Presidenza Obama, ma per fare ciò avremo bisogno di lavorare duramente ogni giorno, perché c’è ancora molto da fare.

Le conseguenze della Ttip riguarderanno anche paesi non direttamente coinvolti nell’accordo. Il partenariato atlantico potrebbe dare vita all’area di libero scambio più grande del pianeta, pari a circa il 40% del Pil e il 30% del commercio globale: è possibile ipotizzare una graduale ripresa del multilateralismo nella liberalizzazione commerciale?
Gli accordi commerciali bilaterali possono creare pressioni positive sui paesi chiave, andando a liberalizzare le loro politiche commerciali e a cambiare le loro posizioni per paura di rimanere indietro. Noi speriamo che accordi come il Ttp e Ttip possano incoraggiare altri paesi ad abbracciare gli stessi standard elevati e gli stessi principi. Se altri paesi dovessero unirsi, la liberalizzazione commerciale degli accordi plurilaterali verrebbe raggiunta indirettamente. Allo stesso tempo, oltre al perseguimento di una serie di accordi regionali da parte di Usa e Ue, si sta  lavorando su un certo numero di accordi multilaterali: per esempio, abbiamo lavorato insieme per ampliare la copertura dell’ Information Technology Agreement, che elimina le tariffe su un trilione di dollari di scambi di prodotti di alta tecnologia tra 54 economie; stiamo conducendo negoziati sull’ Environmental Goods Agreement per eliminare le tariffe su pannelli solari, pale eoliche, trattamento dell’acqua e altri beni ambientali; stiamo lavorando insieme sugli accordi riguardanti i servizi commerciali, con l’obiettivo di aprire i mercati e migliorare le norme in settori quali la concessione di licenze, servizi finanziari, telecomunicazioni, e-commerce e trasporti.

L’articolo completo su Mark Up n. 246

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