L’85% degli italiani vorrebbe un marchio “climate change”

Da un'indagine YouGov, rispetto agli altri paesi i consumatori italiani mostrano maggiore sensibilità all'impatto ambientale di una referenza

Ben l'85% degli italiani si dichiara a favore dell’introduzione di "un marchio sui cambiamenti climatici" da apporre sulle referenze. Questo quanto emerge da una nuova ricerca pubblicata oggi da Carbon Trust e condotta tramite sondaggio online da YouGov su un campione di 1.000 consumatori nel nostro Paese (7 nazioni coinvolte in totale).

L'idea, nello specifico, è quella di un marchio o un’etichetta che descriva come un determinato prodotto sia stato realizzato nel rispetto dell’ambiente, con l'impegno di misurarne e ridurne la relativa impronta di carbonio.

Rispetto agli altri mercati esaminati, l’Italia ha dimostrato a più riprese i più elevati livelli di risposte positive rispetto all'introduzione di un marchio sui cambiamenti climatici. Oltre otto persone su dieci (84%) hanno confermato che si sentirebbero orientate più positivamente nei confronti di aziende in grado di dimostrare concretamente il proprio impegno nella riduzione dell’impronta di carbonio generata dai prodotti immessi sul mercato. Non solo. Sei italiani su dieci (60%) concordano sull’importanza di essere a conoscenza, prima di procedere all’acquisto, delle azioni intraprese da una determinata azienda nella riduzione delle emissioni di carbonio causate da un loro prodotto.

Tuttavia, vi è ancora un apparente divario tra volontà e azione, dimostrato dal fatto che oltre la metà dei consumatori (55%) non considera l'impronta di carbonio generata da un prodotto nel corso delle proprie decisioni di acquisto. Una proporzione significativa (oltre un terzo degli intervistati - 33%) afferma, invece, di tenerne conto. I grandi trend, tuttavia, partono sempre da una minoranza allargata.

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