Una terapia d’urto per tornare a crescere

Editoriale – "Per risolvere il problema del rapporto tra debito e Pil, se il Pil decresce, la soluzione diventa ardua se non impossibile". (da MARKUP 203)

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Una sintesi tanto efficace quanto chiara e spietata, fatta ieri (20 settembre) dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Lo avevamo anticipato proprio su queste pagine un mese fa e ci ritroviamo oggi, con sincero dispiacere per il Paese, a scrivere che avevamo visto giusto: se manca la crescita, non c'è manovra economica che possa servire a rimettere l'Italia in linea di galleggiamento.
Perché il problema non è il rapporto deficit/Pil, non è l'incremento dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi, non è la sfiducia dei mercati: il problema è la mancanza di crescita, che genera tutti quelli sottostanti rendendo impossibile risolverli singolarmente. È come cercare di raccogliere l'acqua con un colapasta: da qualche foro scappa comunque, per quanto in fretta si tenti di rovesciarla in un altro recipiente.
Proprio in questi giorni il Governo ha annunciato di voler mettere mano al capitolo crescita: lo farà, secondo quanto finora lasciato trapelare, riproponendo molte misure già varate nel passato e rimaste senza applicazione (per esempio infrastrutture e banda larga). Sarebbe utile e meritorio applicarle (finalmente), ma non si può fare a meno di notare, per l'ennesima volta, la mancanza di capitoli irrinunciabili quali liberalizzazioni, privatizzazioni, diminuzione del prelievo fiscale su imprese e lavoro dipendente, tagli veri ai costi della politica, riforma delle pensioni.
Un pacchetto che, così formulato, avrebbe sicuramente un effetto catastrofico per i mille interessi particolari che frenano da tempo il sistema Italia, ma porterebbe finalmente il Paese fuori da una sostanziale stagnazione che anni di crescita allo "zero virgola" non possono certo contraddire, se non da un punto di vista meramente matematico e statistico.
In attesa di capire e sapere di più su quanto la politica farà nelle prossime settimane ci siamo concentrati, in questo numero del giornale, su quanto è stato fatto, ossia l'ultima manovra economica.
Abbiamo cercato di valutarne impatti e ricadute sul mondo della distribuzione, non solo diretti per effetto dell'ennesima crescita dell'imposizione fiscale, ma anche indiretti attraverso l'inevitabile caduta della spesa da parte dei consumatori.
Ci auguriamo, anzi auguriamo all'Italia, di poter dedicare la copertina del prossimo mese agli effetti positivi attesi dopo l'avvio, non il semplice annuncio, di un serio intervento sulla crescita.

Allegati

203_Editoriale

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