Unc, “meglio nessuna riforma che questa riforma”

L'Unione nazionale dei consumatori esprime un parere negativo sul ddl liberalizzazioni in discussione al Senato. Massimiliano Dona: "meglio nessuna riforma che una riforma peggiorativa"

L'Unione nazionale dei consumatori (Unc), per voce di Massimiliano Dona, segretario nazionale, avanza nuove critiche al ddl concorrenza, giunto al vaglio del Senato. Sulla scia delle dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Linda Lanzillotta, per la quale "è meglio rimandare a tempi migliori" il dibattito sulla concorrenza, Dona ha affermato: “Giusto, ritirate il provvedimento. Meglio nessuna riforma che una come questa che peggiora le cose invece di migliorarle”.
Riportiamo le altre dichiarazioni del segretario nazionale Unc: “l’eliminazione della proroga di sei mesi per il passaggio al mercato libero dell’energia e gas e la mancata previsione di un’asta competitiva internazionale per assegnare i lotti di clienti che al primo gennaio 2018 sono ancora nel mercato tutelato, ha dato il colpo di grazia a un già pessimo provvedimento”.
“Le poche cose positive contenute in questo ddl concorrenza -continua Dona- sono del tutto insufficienti a compensare i maggiori costi che il provvedimento determinerà per le famiglie italiane. Insomma, era un’occasione d’oro per ridurre, a costo zero per lo Stato, le spese che gravano su famiglie e imprese, e invece le lobby hanno stravinto su tutti i fronti”.

Da tempo Unc ha una sua proposta sulle liberalizzazioni (DDL CONCORRENZA) che parte dalla constatazione di una crisi economica e sociale aggravante, ma non direttamente causale. Per Unc le ragioni essenziali (o radicali) dell'attuale crisi si riconducono a tre matrici:

1) Stipendi e pensioni inadeguati all'aumento del costo della vista

2) aumento delle tasse non progressive

3) costo della vita

"Il ddl concorrenza si inserisce in questo contesto -commenta Dona- in questi anni si è privatizzato senza liberalizzare, trasformando monopolisti pubblici in oligopolisti privati. Le presunte liberalizzazioni sono state un autentico fallimento".

Il ddl non arriverà a Palazzo Madama prima del 5 aprile

Dal sito di Federfarma apprendiamo che il ddl concorrenza "continua a procedere a rilento ed è ormai quasi certezza che sul testo, una volta in aula, venga posta la fiducia. Non solo alla Camera, dove il disegno di legge dovrà approdare per la terza lettura, ma anche al Senato, dove i tempi continuano ad allungarsi giorno dopo giorno. Nulla di fatto anche ieri, nella prima seduta dopo la pausa pasquale: si era andati in ferie con l’articolo 48 (quello su capitale e farmacie) lasciato a metà e lì si è rimasti, causa ritardato arrivo del parere della commissione Bilancio su emendamenti dei relatori e connessi subemendamenti".
Si rifarà il punto nella giornata di oggi, che dedica al ddl tanto i lavori del mattino quanto quelli del pomeriggio. Anche perché entro la mattinata (di oggi 31 marzo) dovrebbe essere finalmente chiaro se sui temi del disegno di legge lasciati dalla Commissione per ultimi (farmacie, notai, taxi, booking) arriverà dai relatori un nuovo pacchetto di emendamenti oppure si discuteranno le proposte di modifica accantonate nelle settimane scorse. Possibile anche qualche ritocco di provenienza governativa, ma a quanto risulta soltanto in tema di Rc auto. Di certo, il ddl non arriverà all’aula di Palazzo Madama per il 5 aprile.

Il commento di Federdistribuzione: "Noi non abbiamo niente da dire, né su quello che argomenta Dona né sul fatto di interrompere la discussione in parlamento". Sulla stessa linea Centromarca le cui dichiarazioni di norma collimano con quelle dell'Associazione guidata da Cobolli Gigli.
Ciò non toglie che Federdistribuzione sia particolarmente attenta al ddl, soprattutto per quanto concerne la legislazione sugli orari di apertura dei negozi, e sul problema dell'allargamento del mercato del farmaco non Sop-Otc.

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