Unieuro ha presentato oggi l'imminente quotazione: l'Ipo avverrà tra aprile e maggio 2017. Il valore dell'azienda ai fini del collocamento oscilla tra 260 e 330 milioni di euro

Il mercato retail degli elettrodomestici (white goods) e dell'elettronica di consumo (grey+brown goods) è oggi ancora molto polverizzato in Italia: nel nostro paese le prime 3 catene detengono il 59% del mercato, diversamente da UK (88%), Germania (73%) e Francia (76%). Secondo Giancarlo Nicosanti Monterastelli, amministratore delegato di Unieuro e (ad interim) Chief Commercial Officer, il potenziale di crescita di Unieuro (calcolato come differenza approssimativa tra la ponderata massima e quella italiana attuale) corrisponde a 1,7 miliardi di euro: quasi 2 miliardi che si potrebbero aggiungere all'attuale giro d'affari retail che è pari a 1.557 milioni di euro nell'anno finanziario chiuso al 29 febbraio 2016 (+7,5% a parità). Ricordiamo che Unieuro ha una rete 457 punti di vendita dei quali 180 diretti che producono il 72% del fatturato.

I top manager di Unieuro S.p.A. da sinistra: Italo Valenti, Chief Financial Officer; Giancarlo Nicosanti Monterastelli, amministratore delegato; Bruna Olivieri, Chief Omnichannel Officer; e Luigi Fusco, Chief Operating Officer
I top manager di Unieuro S.p.A. da sinistra: Italo Valenti, Chief Financial Officer; Giancarlo Nicosanti Monterastelli, amministratore delegato; Bruna Olivieri, Chief Omnichannel Officer; e Luigi Fusco, Chief Operating Officer

Unieuro "un consolidatore di mercato"
Dunque, i margini, teorici ma neanche tanto teorici, per la crescita ci sono. È un dato fondamentale, questo, perché Unieuro, catena cresciuta anche con le acquisizioni, l'ultima delle quali in ordine cronologico, è Monclick, una società leader nell'eCommerce con forte orientamento al B2B, potrebbe in un futuro neanche troppo lontano acquisire ulteriori quote su un mercato nel quale, tolta Media World, i protagonisti sono tutti imprenditori locali anche molto forti e riconosciuti (per es. Galimberti, Butali, Bruno).
"Con Unieuro, un interessante mix di impresa distributiva online e offline, si apre la stagione delle IPO in Italia, una delle 7 IPO europee oggi sul mercato in chiusura entro Pasqua -commenta Paolo Celesia, Responsabile Capital Markets per l'Italia di Credit Suisse, uno dei joint-global coordinator e joint-book runner nell'operazione-. Forte di un marchio conosciuto, di una forte attenzione al Crm e alla logistica centralizzata, Unieuro si è mostrata estremamente capace di integrare efficacemente le acquisizioni e si pone come consolidatore in un mercato offline e online ancora frammentato".
Sabato 18 marzo la Consob ha approvato il documento di registrazione ("Documento di Registrazione"), la nota informativa sugli strumenti finanziari ("Nota Informativa") e la nota di sintesi ("Nota di Sintesi") relativi all’ammissione alla negoziazione delle azioni ordinarie di Unieuro (segmento STAR), organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. (“MTA”).

Fra i dati finanziari presentati in conferenza stampa oggi, spiccano l'Ebitda (59,1 milioni nell'esercizio chiuso al 29 febbraio 2016), i flussi di cassa netti generati dall'attività operativa a 54,7 milioni di euro, un utile di esercizio a 10,6 milioni di euro (sempre nel FY chiuso al 29 febbraio 2016) e una Posizione finanziaria netta tendente allo 0, come ha precisato a specifica domanda Italo Valenti, Chief Financial Officer, il quale fa un'aggiunta importante: "La negatività del capitale circolante netto (che ammonta a -135,9 milioni nell'esercizio di 9 mesi chiuso il 30 novembre 2016, ndr) è dal mio punto di vista un asset positivo, anzi spero che sia sempre negativo, perché vuol dire che gli stock sono molto bassi e ruotano". A supporto di questo auspicio, Valenti ricorda la sua esperienza in Gruppo Ferrari (le mitiche rosse di Maranello) sempre in veste di Cfo: "Anche in Ferrari il capitale circolante netto si esprime su valori bassi, perché le auto non rimangono in magazzino...". L'osservazione di Valenti risponde nello specifico a uno dei rischi evidenziati nella Nota di Sintesi relativi appunto al capitale circolante netto negativo che "espone L'Emittente (Unieuro) al rischio di mancato reperimento delle risorse finanziarie necessarie a far fronte ai relativi fabbisogni finanziari (principalmente il primo semestre)".

Dettagli della quotazione
Gli azionisti, all'indomani dell'imminente Ipo, dovrebbero essere gli stessi, ma con quote storiche ridimensionate e un possibile controllo indiretto delle banche coordinatrici dell'offerta attraverso l'opzione "greenshoe".
Vediamo nel dettaglio. Le azioni in vendita sono in numero massimo di 8,5 milioni offerte da Italian Electronics Holdings S.r.l. (di seguito IEH), che rappresentano il 42,50% del capitale sociale di Unieuro. IEH è controllata indirettamente da Rhône Capital II L.P. (con partecipazione pari a circa il 70,5%), da Dixons Retail plc (15%), dalla famiglia Silvestrini e da altri esponenti del management di Unieuro (che detengono nel complesso circa il 14,5%).
IEH prevede una "greenshoe" opzionale a favore dei joint global coordinator (Citigroup, Credit Suisse Securities, Mediobanca-Banca di Credito Finanziario S.p.A.) per l’acquisto al prezzo di offerta di altre 1.275.000 azioni che corrispondono a una quota pari al 15% delle azioni oggetto del Collocamento Istituzionale.
Se la greenshoe venisse opzionata (e probabilmente lo sarà) il flottante corrisponderà al 48,88% del capitale sociale Unieuro: in tal caso la partecipazione Unieuro sarà del 51,12%.
Ai joint global coordinator e joint bookrunner (Coordinatori dell'offerta) succitati
si affianca UniCredit Bank AG, quale joint bookrunner nell’ambito del collocamento istituzionale.
Il valore dell'azienda ai fini del collocamento in Borsa oscilla tra 260 e 330 milioni di euro pari a una valorizzazione per azione rispettivamente di 13 e 16,50 euro.

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