Yogurt e latti fermentati: produzione globale a +21% entro il 2025

Crescita inarrestabile per yogurt e latti fermentati, che tra il 2000 e il 2015 hanno visto la produzione aumentare a livello mondiale dell‘88%. Secondo le previsioni del World yoghurt market report 2000-2025 presentate da Assolatte, inoltre, nel 2025 si arriverà a 43 milioni di tonnellate, con un ulteriore incremento del 21%.

L’aumento previsto riguarderà tutte le aree geografiche, andando dal +13% dell’Europa occidentale al +48% di Africa e Medio Oriente, passando per il +26% del Nordamerica e il +22% dell’Oceania.

Negli ultimi 25 anni il mercato mondiale di yogurt e latti fermentati si è sviluppato in modo dinamico sia sui mercati consolidati sia su quelli emergenti, facendo di questi prodotti una delle categorie alimentari di maggior successo planetario. Dietro queste eccezionali performance, sottolinea Assolatte, ci sono gli sforzi e gli investimenti  in ricerca, innovazione e sviluppo realizzati dalle aziende produttrici, che hanno creduto da subito in questi eccezionali alimenti, capaci di coniugare gusto e salute e di soddisfare differenti occasioni di consumo.

L’ampiezza e la profondità dell’offerta di yogurt e latti fermentati permette di inserire questi prodotti in ogni momento, dalla colazione allo snacking, e di sfruttarne i benefici in molteplici situazioni, dalla gastronomia all’alimentazione salutistica e funzionale.

Nei paesi occidentali, spiega Assolatte, la produzione di yogurt e latti fermentati ha iniziato ad aumentare negli anni ’70, mentre nei paesi emergenti, a cominciare da quelli del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), il boom è iniziato una ventina di anni fa. Risultato: tra 2000 e 2015, la produzione mondiale è aumentata di 16,6 milioni di tonnellate, arrivando a sfiorare i 35,6 milioni.

Tra i punti di forza del comparto: il legame con benessere e salutismo, la capacità di adattarsi agli specifici gusti locali (sia in termini di acidità, che di gusti e di consistenza) e inoltre il loro essere tra i prodotti dove il ruolo della marca è più significativo e differenziante, conclude Assolatte.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome