1 consumatore su 2 consiglia un brand in base alle sue prese di posizione

Dall'altro lato, oltre l’83% della Generazione Z sconsiglierebbe agli altri acquirenti di comprare prodotti di un brand con una cattiva reputazione

Che si parli di petizioni su temi di natura ambientale etica (si veda Patagonia), o di più semplici azioni come la riformulazione più sostenibile di un prodotto, la reputazione e le prese di posizione di un brand hanno sempre più impatto non solo sulle decisioni di acquisto dei consumatori, ma anche sul loro trasformarsi in advocate o detrattori dell'azienda stessa.

L'aspettativa sempre più alta è che i marchi, soprattutto grandi, assumano sempre più il ruolo di punti di riferimento all’interno della società con proclami supportati da azioni concrete. I risultati riportati all’interno del rapporto speciale sul Barometro di Edelman mostrano che dal 2017 al 2018 la percentuale dei consumatori che scelgono cosa comprare in base a ciò in cui credono è salita dal 51 al 64 per cento.

A confermarlo è anche la recente indagine europea di Trustpilot, dalla quale emerge che quasi il 48% degli acquirenti online ha consigliato un’azienda ad altri utenti sulla base di ciò in cui l’azienda stessa crede. Più del 54% degli utenti nel mercato europeo, in particolare, ha affermato di avere maggiore fiducia in quelle aziende che prendono l’iniziativa in azioni di responsabilità sociale.

Di contro, un’immagine del brand negativa può portare i clienti a suggerire ad altri consumatori di non acquistare da una determinata azienda. Quasi l’83% degli appartenenti alla Generazione Z, quella dei consumatori più giovani, ha affermato che consiglierebbe agli altri acquirenti di non comprare più i prodotti di un brand con una cattiva reputazione.

Ovviamente, il prendere una posizione su un dato tema sociale comporta anche il rischio di perdere alcuni clienti, ma stare nel mezzo non è comunque più possibile perché diventa sinonimo di irrilevanza, che è forse la peggiore delle "malattie" del marketing moderno. A fare da esempio virtuoso, con la sua risposta pubblica alla perdita di follower omofobi, è Diesel.

Claudio Ciccarelli, Country Manager di Trustpilot in Italia, in una nota ha commentato: “Se un’azienda si rivolge a un pubblico che include dei giovani, farebbe bene a considerare l’idea di prendere una posizione netta su dei temi di natura sociale. Ma se si fa questa scelta, bisogna anche essere cauti e ponderare bene il tutto prima di lanciare la propria campagna di comunicazione. Affermare pubblicamente un’idea su un tema di natura sociale può migliorare o peggiorare drasticamente l’opinione pubblica nei confronti di un’azienda, quindi è importante avere degli obiettivi chiari e conoscere bene il pubblico al quale ci si rivolge prima di compiere questo passo.”

Sotto un'infografica riassuntiva.

 

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