Sicurezza, nuova attenzione ai sabotaggi di prodotti alimentari

Le alterazioni introdotte intenzionalmente nel processo produttivo dei cibi, col fine di contaminarli, come noto operano ricadute negative sull’immagine pubblica dell’azienda colpita, del retailer che ha venduto il prodotto, oltre a causare danni fisici e psicologici nei consumatori con ripercussioni nelle vendite anche nel medio periodo .
In Italia, il primo atto di tampering di prodotti alimentari risale al 1988 e fu a danno di una partita di pompelmi presenti in alcuni supermercati romani, adulterati con blu di metilene. Da allora, atti di contaminazione deliberata di cibi si sono susseguiti in tutto il mondo, con ripercussioni economiche di rilievo.Ne consegue che la protezione di stabilimenti e magazzini da atti di sabotaggio -anche nella pericolosa eventualità di attacchi terroristici non convenzionali- diventa un imperativo, una priorità a livello internazionale.
Da qui l’idea di un convegno ad hoc, rivolto a installatori, progettisti, responsabili della sicurezza all’interno di industrie e siti di stoccaggio dei cibi (security manager e Rspp), manager e amministratori delegati di aziende che operano nell’ambito della produzione e lavorazione del food. Il 20 ottobre a Milano, alle ore 14.30 presso il Palazzo della Cultura di Tecniche Nuove in via Eritrea 21, si terrà un confronto dal titolo “Sabotaggio di prodotti alimentari: come proteggere le fasi di produzione, lavorazione e stoccaggio dei cibi”, promosso dalla rivista Sicurezza in collaborazione con Axis Communications. Partecipano Manuel Di Casoli, Pietro Tonsuri (Axis Communication) e l'avvocato Gianluca Pomante.
La partecipazione è gratuita, previa registrazione scrivendo apaola.cozzi@newbusinessmedia.it

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