Immaginari di riferimento che cambiano (o tornano), nuovi linguaggi, modalità di interazione e luoghi di coinvolgimento tra fisico e virtuale. Ecco le tendenze da conoscere e interpretare per quei brand che intendono investire correttamente il loro budget marketing

Dopo avervi preannunciato alcuni interessanti macro-tendenze di marketing e retail per il 2019, a inizio del nuovo anno ecco un nuovo appuntamento trendy con il supporto degli esperti di Trend Hunter. Il focus è su 5 tendenze della comunicazione più contemporanea e capace di parlare alle nuove generazioni, con brand disruptor che come d'uso fanno da apripista ed esempio virtuoso.

Parliamo di direzioni evolutive legate a linguaggio, strumenti e immaginario culturale indispensabili da conoscere e interpretare per coloro che intendono instaurare un rapporto significativo e duraturo con il proprio target. Ecco di cosa si tratta:

1 - Narrativa reindirizzata
Il mondo dei social, dove tutti hanno un pubblico, dell'iper-comunicazione e del sapere tutto subito sta rendendo sempre più difficile per i brand mascherare le falle e i gap tra "rappresentazione che vogliamo dare di noi stessi" e "quello che realmente siamo". La narrazione di marca è almeno in parte in mano all'audience e, proprio per questo, le aziende più sagge invece di mistificare i propri punti deboli e sminuire le questioni problematiche ne parlano apertamente, spiegando cosa stanno facendo per risolverle e come stanno intervenendo.

Un esempio? L'ultimo spot natalizio di McDonald's (nel video sotto), dove l'insegna fast food punta i riflettori sui propri snack salutari come referenza da alternare ai suoi cibi più tipici. Una presa di responsabilità nei confronti di un grave problema sociale (l'obesità), pur senza negare il proprio "core business", presentato con fare equilibrato e non edulcorato, evitando appunto di mascherarne i risvolti negativi.

2 - La rinascita della distopia
La distopia, per chi ancora non lo sapesse, è il contrario dell'utopia, ovvero: la creazione di possibili mondi futuri negativi. Questo gioco di "immaginazione delle derive umane e sociali" in pieno stile Black Mirror è tornato ad affascinare enormemente le nuove generazioni. Complice: la necessità di esorcizzare paure e incertezze legate alla complessa realtà odierna. Proprio su questo tipo di riferimenti culturali e artistici alcuni brand hanno scelto di basare le loro campagne di comunicazione.

Un esempio? L'"agghiacciante" spot (qui sotto) del marchio di gelati Halo Top.

3 - L'attivismo come brand
Movimenti di protesta contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni, come Time's Up e #MeToo, sono diventati essi stessi dei brand, spinti dalle esigenze di auto-rappresentazione delle persone attraverso le scelte di consumo. Un'evoluzione che pone ancora una volta l'accento sulla necessità da parte dei brand di interiorizzare posizionamenti e questioni sociali all'interno del proprio ecosistema di marca. La direzione è ancora una volta quella di inclusione e diversity.

4 - Engagement phygital e personalizzato
Le nuove tecnologie e i nuovi format di comunicazione aprono a modalità di engagement più trendy e personalizzato. Un tipo di gamification che va molto di moda, ad esempio, sono le escape room (quella nell'immagine sotto è di Audi per il lancio di un nuovo modello), che arricchiscono l'esperienza fisica con tocchi digitali.

Altro format sempre più utilizzato dai brand per coinvolgere i consumatori più esperti e appassionati è il podcast, che esce così dal mondo business e diventa veicolo di racconto di marca. Un esempio? Il podcast intitolato Around The Barrel lanciato da Jack Daniel's, che narra storie legate prodotto.

5 - Messaggi auto-consapevoli e auto-ironici
Sempre per via dell'effetto social, dove prevale la comunicazione informale e spontanea tra pari, tutto ciò che è auto-celebrazione promozionale e pubblicitaria dai toni esaltati ed esaltanti ha un sapore stantio, noioso e quasi grottesco. Rinunciare a slogan leziosi e snob, oppure stereotipanti e finto-melodrammatici, adottando ad esempio il linguaggio dei meme, non significa rinunciare ad esclusività, credibilità e posizionamento premium, ma significa scendere dal piedistallo e atterrare sul pianeta dei millennial e dei nativi digitali.

Un esempio? La comunicazione adottata da Gucci, che ha scelto per l'appunto meme auto-ironici come quello qui sotto.

 

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