Federdistribuzione: uniamo le forze per sostenere i consumi

Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione
Il presidente di Federdistribuzione parla dei temi caldi per il 2020: dal tavolo di confronto con Confcommercio ai trend della sostenibilità (da Mark Up n. 285)

Creare un tavolo di confronto con Confcommercio per lavorare insieme allo sviluppo del settore. La resistenza degli operatori in uno scenario di prolungata stagnazione dei consumi. L’emergere della sostenibilità che interessa tutta la filiera. A colloquio con Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, sui temi caldi per il 2020.

Di recente avete avviato un tavolo di confronto con Confcommercio per valorizzare il ruolo della distribuzione nel Paese. Di cosa si tratta?

Da anni il commercio si confronta con un quadro economico complesso che ha prodotto impatti sulla piccola, media e grande distribuzione. Al contempo deve affrontare molte sfide: cambiano i modelli di consumo; si diffondono sempre più velocemente le tecnologie digitali; l’eCommerce cresce, con i suoi rischi ed opportunità. Da qui l’idea di un’intesa per condividere iniziative e progetti per rilanciare il commercio. Insieme vogliamo perseguire maggiore produttività e incrementare l’occupazione. Con Confcommercio abbiamo anche raggiunto un accordo affinché Fondo Est e Cassa Quas possano assicurare assistenza sanitaria integrativa ai lavoratori delle imprese aderenti.

Qual è lo stato del mercato del lavoro nel settore?

La distribuzione moderna fa i conti con una stasi dei consumi che perdura da anni e non accenna a miglioramenti significativi. In questo contesto i costi aumentano più dei ricavi e la redditività è ridotta ai minimi termini. Nonostante ciò e, andando oltre alcune difficoltà a livello di singole aziende, i livelli occupazionali delle imprese di Federdistribuzione sono stabili dagli anni della crisi e gli investimenti in formazione sono quasi triplicati dal 2006 ad ora, a testimonianza del valore dato alle risorse umane.

Le nostre imprese continuano ad assumere: nel 2018 sono state inserite 23mila nuove unità, che rinforzano le fila di un’occupazione di qualità.

Previsioni per il prossimo anno?

Non ritengo che assisteremo a un’inversione di tendenza del contesto economico. Il 2020 sarà importante per un altro aspetto cruciale: la presa di coscienza che sostenibilità, responsabilità sociale d’impresa ed economia circolare non rappresentano più “manifesti etici” o buone prassi da rispettare, ma si affermano come fattori competitivi ed economici per le imprese. Questi temi incideranno sulle strategie aziendali e impatteranno sui modelli organizzativi e gestionali, creando anche una richiesta di nuove figure professionali, da inseire negli organici aziendali per interpretare e guidare il cambiamento.

A che punto è la Dmo sul fronte della sostenibilità?

Tra le nostre associate molte vi lavorano da tempo e sono arrivate a rappresentare una vera avanguardia. C’è un aspetto da sottolineare: attraverso l’attività di Federdistribuzione la Dmo è il primo comparto in Italia che si muove in modo condiviso e coordinato come imprese, unite nelle finalità e nelle azioni concrete. Abbiamo avviato un percorso che riguarda i temi principali sui quali si articola il concetto di sostenibilità.

Attraverso quali azioni?

In primo luogo, è stata lanciata un’iniziativa di riduzione della plastica: da luglio 2020 scompariranno dagli scaffali dei nostri store le stoviglie in plastica monouso. La lotta allo spreco alimentare e l’aumento delle donazioni sono stati l’anima del progetto di filiera LIFE.Food.Waste.StandUp, che ci ha visti impegnati in un viaggio, durato tre anni, attraverso un roadshow che ha raggiunto il 70% della popolazione italiana. Stiamo lavorando sulla gestione dei rifiuti e sul riutilizzo dei materiali secondo i principi dell’economia circolare, con la sottoscrizione di protocolli con partner come Enea o con consorzi quali il Conoe per il ritiro e il riciclo degli oli vegetali e animali esausti. Nel 2020 vedrà la luce il nostro quarto Bilancio di Sostenibilità di settore.

Come sono i rapporti all’interno delle filiere?

Stiamo vivendo momenti critici di debolezza dei consumi e ogni soggetto della filiera tende a enfatizzare il proprio ruolo. Va detto che nel suo complesso la filiera del largo consumo è sempre riuscita, anche in periodi complicati, a non penalizzare il consumatore, garantendogli opportunità di scelta, qualità e convenienza.

Il confronto tra noi può anche essere acceso, ma c’è la consapevolezza di avere un patrimonio comune rappresentato dalle famiglie.

Digitalizzazione: minacce e opportunità?

Una delle grandi sfide del nostro settore.

Le nuove tecnologie impongono riconversioni e necessità di ripensare figure professionali. Alcune, più ripetitive, andranno incontro a un processo di obsolescenza, mentre altre a maggior valore nasceranno e si svilupperanno, diventando figure centrali nello sviluppo d’impresa: data analyst, addetti alla cyber security, esperti di blockchain, social media manager sono solo alcune delle professionalità di cui ci sarà sempre più bisogno nei nostri organici. In questo quadro di forte cambiamento una cosa è certa: il fattore umano sarà ancora, e sempre più, un fattore critico di successo.

Ciò che dovremo fare, oltre a inserire nuove figure, sarà creare un percorso di riconversione di alcune figure per renderle adeguate alle nuove necessità aziendali, sempre orientate alla massima soddisfazione del cliente.

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