Gli opinionisti di Mark Up (n.305 Dicembre-Gennaio 2022)
Il 2022 è stato proclamato dalla Ue l’anno europeo dei giovani, un chiaro segnale che l’Europa si stia impegnando per riconoscere gli sforzi fatti dai giovani durante la pandemia e per sostenerli e coinvolgerli in una prospettiva futura. L’Europa ha bisogno della visione, dell’impegno e della partecipazione di tutti i giovani per costruire un futuro migliore, più verde, più inclusivo e digitale.
Ma quali sono le nuove generazioni? Come vedono il futuro? La Generazione Z è quella che non vedrà mai un mondo senza smartphone e senza social media: è sensibile ai temi della responsabilità sociale, plasmata dalla pressione economica, che ha vissuto negli anni dell’infanzia, cresciuta in un tempo dove le norme sociali cambiano in modo significativo (post gender e post race); ma soprattutto la Gen Z non ha mai visto un mondo senza conflitti, minacce di terrorismo, crisi economiche e ora anche pandemiche planetarie. Secondo una recente ricerca condotta da Pyd (Positive Youth Development) emergono i tratti dei nuovi adolescenti, che ne dipingono caratteristiche molto lontane dai luoghi comuni e dalle generalizzazioni a cui siamo abituati (fra i quali la dipendenza da schermo o screen addiction, e la scarsa capacità di concentrazione), perché non tengono conto del contesto sociale, culturale ed economico nel quale la Gen Z è nata e vive. Sono giovani adolescenti con grande competenza nel sapersi preoccupare del prossimo (“Caring”), nella responsabilità verso valori sociali e culturali (“Character”), e nella qualità di relazione con le comunità di riferimento (“Connection”). Usano la tecnologia in modo naturale e sono alla costante ricerca di competenze digitali; hanno molta cura della loro identità per comunicare “chi” desiderano essere. Vogliono esercitare la loro influenza per difendere e promuovere valori come la sostenibilità, l’inclusione, i diritti umani e la trasparenza. La costante e pervasiva presenza delle tecnologie non esprime una dipendenza, quanto piuttosto un nuovo modo di comunicare, informarsi, e costruire relazioni e identità. Il loro mondo si muove velocemente e, nell’eccesso informativo, scelgono solo quello in cui credono. Hanno fame di esperienze e il viaggio è per loro la priorità assoluta, in grado di affermare se stessi come persone: a contare davvero è la possibilità di arricchimento e di affermazione che ne deriva. Sono orientati all’impegno sociale e al lavoro, responsabili, indipendenti e determinati, conservatori e sensibili ai principi della lealtà. Aspirano a cambiare il mondo e a fare la differenza. Desiderano essere coinvolti e protagonisti in attività utili: scelgono, quindi, solo brand coerenti con i loro valori, dimostrando di essere “socialmente responsabili”. Hanno le idee chiare sulle prospettive professionali, desiderano un lavoro appagante, ma vogliono rimanere lontani dai modelli che hanno vissuto all’interno delle loro famiglie, dove talvolta hanno assistito a crisi per perdita del posto di lavoro o a sacrifici, non sempre proporzionali alla qualità della vita. La pandemia ha avuto un impatto psicologico drammatico, sia sui più giovani, costretti in Dad, sia sui più adulti, nella fase di ingresso nel mercato del lavoro, generando un sovraccarico emotivo senza precedenti. Basti pensare al ruolo dell’audio (audio digitale, podcast, concerti virtuali) nel corso della pandemia, in cui musica e podcast hanno aiutato i giovani a sentirsi meno soli, a rimanere informati e a dedicare tempo a se stessi. Ma proprio da questa crisi nasce un’opportunità di miglioramento, perché questa generazione, più di altre, può realmente trasformare il mondo in un posto migliore, attraverso un viaggio più consapevole e responsabile.
Francesca Benini
sales & marketing director
Civ & Cantine Riunite
@francescabenin9
