Advertising online: l’Italia s’è desta?

Pubblicità su Internet – Cresce l’interesse per il web della aziende italiane, che pensano nel 2010 di investire risorse in comunicazione e pubblicità sulla rete. Lo rivela un’indagine di Sound Pr.

Sarà il 2010 l’anno della pubblicità su Internet nel Belpaese? Così sembra, a giudicare dai risultati di un’indagine di Sound PR condotta su un centinaio di aziende italiane e internazionali che operano in Italia, eterogenee per settore, grandezza e provenienza geografica. Dall’indagine, svolta via e-mail a dicembre, emerge non solo uno spiccato interesse per il mondo dei social media da parte dei responsabili marketing e pr, ma anche la volontà di investire risorse in rete nell’anno in corso per comunicare e per monitorare la propria web reputation.

Che il futuro sia nei new media pare essere la consapevolezza diffusa, se il 90% dei responsabili marketing intervistati ritiene che nei prossimi cinque anni i media tradizionali continueranno sì a sopravvivere, ma con grandi difficoltà e sempre più affiancati dai media digitali.

Tra i new media, quelli più conosciuti e considerati più adatti a supportare la comunicazione e il business della propria azienda sono blog e forum, seguiti da YouTube, Facebook e Twitter. Tra gli altri strumenti segnalati ci sono FlickR per la condivisione delle foto e le Web TV dedicate a notizie di attualità e tematiche.

Ma, se la consapevolezza è importante, altra cosa è passare all’azione: eppure anche su questo punto sembra che qualcosa si stia muovendo nel sonnacchioso mondo del web italico. Infatti, se si ammette che in azienda a tutt’oggi manca (tranne rare eccezioni) una figura professionale dedicata ai social media e al monitoraggio delle conversazioni online, il 20% degli intervistati prevede di procurasene una in un prossimo futuro. Il tempo da dedicare alla cosiddetta online audience engagement è stimato tra le due e le tre ore al giorno. Infatti, il monitoraggio della web reputation e l’implementazione di strategie ad esso correlate è un fattore considerato strategico dal 100% del campione, in quanto in grado di incidere direttamente sui profitti dell’azienda. Il 58% degli intervistati dichiara di voler intraprendere queste attività: il 40% di essi intende farlo a breve (il 30% dei quali entro l’anno), mentre il 60% non sa ancora prevedere una tempistica.
Per quanto riguarda il budget da allocare alla comunicazione tramite new media, nonostante un 17% affermi di non avere fondi dedicati e un 38% di non sapere quanto poter stanziare, il 45% del campione dichiara la cifra che ha intenzione di investire nel 2010.

Cifre ancora contenute, ma che possono essere un inizio per un mercato, quello della pubblicità digitale in Italia, ancora limitato. Il web avrebbe fatturato nel 2009 circa 900 milioni di euro, con un rapporto di 1 a 8 a favore della Tv (stima Iab); la pubblicità digitale, internet, sofa tv e cellulari compresi, avrebbe invece raggiunto 1,3 miliardi di euro (fonte School of Management Politecnico di Milano)

Un 2010 in ripresa per i primi della classe

Dunque non resta che attendere per verificare se la pubblicità online decollerà anche da noi. Altrove è un mezzo di comunicazione ormai affermato. Piace il fatto che sia più facilmente tracciabile, e che spesso dia un Roi più elevato. Lo scorso settembre i giornali britannici riportavano tutti la stessa notizia: la pubblicità online aveva per la prima volta superato quella sui media tradizionali, televisione compresa. E per il 2010 nel Regno Unito si prevede un’ulteriore crescita (+4,7%) che svetterà però solo nel 2012 con un 11,3% (secondo una proiezione eMarketer).
Dopo un momento difficile nel 2009 che negli Usa ha significato un -5,2% di entrate sul 2008 (7,5 miliardi di USD), JPMorgan nel 2010 prevede una ripresa, date anche le migliorate condizioni economiche, di un 10,5% per il display advertising e del 13,2% nel search advertising che ad oggi si conferma il settore più vitale. Forte crescita è prevista anche per il terzo incomodo, il telefono cellulare, che nel 2009 negli Usa ha ramazzato 2,6 miliardi di dollari, +62 % sul 2008.

Certo, c’è ancora da lavorare, in fatto di forme e creatività: il classico banner infatti è diventato quasi invisibile. Ma le potenzialità ci sono tutte, se negli Usa solo nel 2008 il 38% del tempo passato a “consumare” media era già dedicato a internet.

Anche quotidiani in grave crisi potrebbero trovare una boccata d’ossigeno dalla vendita di contenuti online, grazie all’uso sempre più diffuso di dispositivi quali i-phone o smartphone: da leggere in viaggio, velocemente, senza sgomitare il vicino di treno ogni volta che si cambia pagina o doversi fastidiosamente fermare per fargli finire di leggere l’articolo da sopra la vostra spalla. Il prossimo ad annunciare la vendita dei contenuti della versione online potrebbe essere il New York Times, per la disperazione dei suoi 20 milioni di utenti unici.

Nella battaglia dei social network, Facebook batte MySpace

Al di là di nicchie come gli appassionati di musica e i teenager, sembra non esserci più storia: tra i più diffusi social network, il più lindo e organizzato Facebook ha stravinto la guerra con MySpace. E dopo aver sbaragliato l’antico rivale per numero di contatti (oltre il doppio negli Usa, 350 milioni in tutto il mondo), si prevede che nel 2010 il sorpasso avverrà anche per le ben più lucrative entrate pubblicitarie.

Secondo la società di ricerca eMarketer, quest’anno Facebook aumenterà gli introiti del 20%, accentrando su di sé un quarto della pubblicità spesa globalmente nei social network.
Tra le attività chiave scelte dai responsabili di marketing, oltre ai messaggi pagati tradizionali, ci sarà il tentativo di accrescere la propria presenza sul web tramite l’acquisizione di contatti per il proprio marchio.

Entrate pubblicitarie su Facebook e MySpace

2009* 2010* differenza %
MySpace
Stati Uniti 465 360 -23%
Resto del mondo 25 25 3%
Totale 490 385 -21%
Facebook
Stati Uniti 335 450 34%
Resto del mondo 100 155 65%
Totale 435 605 39%


* milioni di USD, fonte: www.eMarketer.com, dicembre 2009

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